Piemonte. Alla cultura più tavoli non servono Alessandro Gaido* Corriere della Sera - Torino 24/5/2020
* Alessandro Gaido Presidente Associazione Piemonte Movie
Il mondo culturale torinese e piemontese oggi pare in preda alla frenesia, anche giustificata, solo di tappare le falle di un sistema che era già in sofferenza prima del coronavirus. Bisogna però anche programmare e attivare il futuro, e occorre farlo insieme. Non serve moltiplicare i tavoli di confronto. Occorre far funzionare ciò che già esiste. La nuova legge regionale ha istituito i Tavoli della Cultura. A quei tavoli ci sono le istituzioni, le fondazioni bancarie, gli enti partecipati, le imprese, le associazioni di categoria, le associazioni private, etc. Vanno convocati al più presto. Regione, Città di Torino e Mibact, dovrebbero aprirsi a un dibattito e arrivare a questo appuntamento con un documento condiviso, che faccia un rapido punto su cosa è successo in questi mesi e soprattutto sulle proposte per il futuro. Lo stesso atteggiamento è però necessario anche da parte nostra. Dobbiamo agire, non con progetti dei singoli settori, ma con azioni concrete di categoria, volando alto, al di sopra dei propri orticelli. Mettiamoci in gioco per un progetto di rilancio unitario. Abbiamo 3 proposte:
1) Governance culturale. Creare strumenti di sistema che mettano il più possibile in connessione tutte le realtà culturali pubbliche e private del territorio. Suggeriamo la creazione di un consorzio misto pubblico-privato, a guida pubblica, ma che abbia al suo interno tutte le realtà culturali della filiera piemontese come potenziali «azionisti». Fondazione Piemonte Dal Vivo e Fondazione per la Cultura Torino potrebbero essere gli embrioni da cui far partire questo nuovo progetto.
2) Finanziamenti. Regione e Città di Torino devono ragionare insieme su come impostare un progetto culturale di ampio respiro, che non si esaurisca con singole attività ma che punti a far nascere sul territorio una nuova proposta di welfare culturale. C’è ancora il tempo per realizzare un progetto forte da presentare per il prossimo settennato dei finanziamenti europei POR FESR 2021/2027.
3) Solidarietà di categoria. Tutte le realtà a partecipazione pubblica, ma anche le fondazioni bancarie che hanno al loro interno i rappresentanti pubblici, dovrebbero predisporre delle convenzioni per l’utilizzo in sicurezza e gratuito delle loro strutture da parte delle realtà culturali in crisi e a rischio chiusura per salvaguardare il bene comune della cultura.
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