Pompei, il fiore bianco nella villa della bimba di nome Mummia Paolo Conti Corriere della Sera 26/5/2020
Pompei oggi riapre i battenti dopo due mesi di chiusura: 5 euro di ingresso fino all’8 giugno, ingresso solo da Piazza An-fiteatro, con possibilità di uscita da Piazza Esedra o da Porta Marina, un percorso a sen-so unico, segnalato all’interno del sito. Arriva anche una recentissima scoperta che ha una sua intima, particolare bellezza: un fiore bianco su una parete scura, nel cuore di un criptoportico ancora da esplorare. L’agenzia Ansa ha svelato in anteprima una scoperta che non riguarda solo quel fiore: alla base appare inciso a graffito il nome di una bam-bina, Mummia. Nome che apre un’altra inte-ressantissima ipotesi: cioè che quella casa, visto il nome della bambina, possa essere appartenuta alla potente famiglia romana dei Mummii. La Gens Mummia regalò molti pro-tagonisti a Roma: per esempio Lucio Mum-mio, generale e console nel 146 avanti Cristo, che prese il comando della guerra acheica ed entrò vittorioso a Corinto. Comunque la scritta di Mummia e le altre sulla parete sono state affidate all’analisi dell’epigrafista Antonio Varone, che guida l’apposito servizio scientifico a Pompei. La nuova scoperta è una magnifica freccia scagliata verso il futuro dopo la lunga chiusura. Tutto è avvenuto nell’area di Civita Giuliana, zona di nuovi scavi organizzati a nord. Un complesso di età augustea, di notevole vastità, con la tipica struttura delle grandi residenze: locali di rappresentanza che si affiancano a quelli di servizio e di lavoro. Elementi che, ha spiegato il direttore del Parco Archeologico Massimo Osanna, fanno pensare a «una grande, importantissima villa suburbana, imponente e affacciata sul mare, così ricca da ospitare nelle sue stalle anche cavalli di gran razza, finemente bardati in bronzo. Una residenza di altissimo pregio con ambienti riccamente affrescati e arredati, sontuose terrazze digradanti che si affacciavano sul golfo di Napoli e Capri, oltre ad un efficiente quartiere di servizio, con l’aia, i magazzini per l’olio e per il vino e ampi terreni fittamente coltivati». La scoperta risale appena alla settimana scorsa. Gli scavi sono il frutto di una operazione congiunta tra la Procura di Torre Annunziata (con il procuratore Pierpaolo Filippelli), i carabinieri del Comando del Patrimonio artistico e il Parco di Pompei, tutti impegnati in una battaglia contro gli scavi clandestini e l’immissione di pezzi sul mercato archeologico illegale.
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