Roma. Cultura, no errori Paolo Conti Corriere della Sera - Roma 31/5/2020
La cultura è il perno dell’identità di Roma. Concetto ripetuto all’infinito su queste pagine da anni. Tale identità va protetta da un’amministrazione che scelga per meriti e non per la fedeltà alla politica: è bene rammentarlo nelle ore in cui, grazie all’analisi di Franco Cordelli, si delineano i confini di una evidente congiuntura del Teatro di Roma. Occorre uscirne subito, lo Stabile romano è un pilone della prosa nazionale. Come subito vanno definiti i nuovi vertici dell’Auditorium: la macchina funziona magnificamente (quarto bilancio consecutivo in attivo firmato da Josè Ramon Dosal) ma basterebbe un solo errore per farla deragliare. Se l’Opera affidata a Carlo Fuortes continua nella sua eccellente rotta, Stabile e Auditorium esigono invece un controllo consapevole. La giunta Raggi presta (giustamente) attenzione alle periferie, come dimostrano le attente scelte delle Biblioteche di Roma dirette da Paolo Fallai. Ma le istituzioni culturali centrali sono capisaldi.
E se i musei Capitolini funzionano come orologi svizzeri, le rotte indicate per il Macro, il museo di Arte contemporanea di Roma, non rientrano nei grandi successi culturali italiani. Anzi. Proprio per questo, da oggi in poi, è vietato sbagliare nomine e indirizzi. |