Cernobbio. «Ladri di cultura» a Villa Bernasconi Chiara Vanzetto Corriere della Sera - Milano 1/6/2020
La chiamano «la casa che parla». Perché Villa Bernasconi di Cernobbio, perfetto esempio di stile Liberty lombardo, non è un museo tradizionale. Il percorso si costruisce non solo sull’allestimento, ma soprattutto su un suggestivo racconto multimediale: è l’edificio stesso a prendere voce, per rivelare la sua epoca e la storia del suo committente. L’epoca è la Belle Epoque, con tutta la ricchezza decorativa dello stile Art Nouveau. Il committente è l’ingegnere milanese Davide Bernasconi, prestato al Lario dove impianta una tessitura della seta. Nel 1906 incarica il noto architetto milanese Alfredo Campanini di progettargli sul lago una villa alla moda, in cui il linguaggio floreale si pieghi a descrivere il suo successo d’imprenditore. Oggi la villa museo riapre al pubblico post lockdown, fedele ai propri principi narrativi: infatti l’osservazione delle norme di sicurezza si trasforma in uno storytelling ludico. L’ospite indossa guanti per non lasciare tracce e mascherina per proteggere l’identità, come un «ladro di storie»: porterà a casa un bottino di bellezza e cultura, tra litografie di Alphonse Mucha e arredi di Eugenio Quarti (da ven. a lun., ore 10-18, euro 5, gratis fino a 14 anni, solo su prenotazione su www.villabernasconi.eu). |