Torino. E adesso tocca alla Cavallerizza. Avviato il restauro del ponticello Corriere della Sera - Torino 26/6/2020
Eleganti, ricchi di storia, emozionanti nei loro scorci bucolici a due passi da piazza Castello. Ma allo stesso tempo luogo del degrado, campo di battaglia tra istituzioni e comitati dei cittadini. I Giardini Reali sono il polmone verde più nobile della città, ma anche quello meno considerato. Un mosaico di proprietà e di interessi. Muri scrostati, alberi secolari e una voglia di rinascita che presto potrebbe diventare realtà. Un futuro legato a quello della Cavallerizza Reale. Il Comune ha promesso il rilancio del complesso dell’Unesco. Un progetto rimasto impantanato non per colpa del lockdown, ma per via delle sabbie mobili interne alla maggioranza del M5S. I grillini sono divisi sull’arrivo nel Palazzo del Mosca degli uffici della Compagnia di San Paolo. Ma il tempo stringe. Anche perché nei giorni scorsi, Antonino Iaria, l’assessore all’Urbanistica, ha incontrato i vertici dei Musei Reali. «Con la Città stiamo discutendo sulla futura gestione dei Giardini. Compresa la parte della Cavallerizza per cui il Governo ha stanziato delle nuove risorse», racconta Enrica Pagella, la direttrice del Polo Museale. In tasca, ha i finanziamenti che potrebbero far finalmente muovere qualcosa in quel pezzo di centro città. Un’occasione da non perdere. Ma prima è necessario superare alcuni ostacoli che richiedono scelte non facili da parte dei vertici di Palazzo Civico.
«Entro luglio approveremo il Pur, il Piano unitario di riqualificazione, in Consiglio comunale. E la rinascita della Cavallerizza potrà finalmente partire». È fiducioso l’assessore Iaria che sta giocando una partita complicata. Per convincere la sua maggioranza ha promesso di stralciare dai progetti quel parcheggio interrato multipiano che dovrebbe nascere nel prato davanti all’Auditorium della Rai. «Ho incontrato il Demanio e la Soprintendenza — spiega Iaria —. Stiamo costruendo una proposta alternativa». Per evitare di scavare quel lotto dei Giardini Reali Inferiori il Comune sta progettando un modo diverso di accogliere i turisti. «Un hub che tenga conto di una diversa esigenza di posti auto. La città è cambiata», spiegano dal Comune. Intanto, si sta progettando la riapertura della corte delle Guardie. È quella parte della Cavallerizza dove il comitato degli ex occupanti dovrebbe allestire la propria sede. E avviare quella gestione condivisa, regolamentata dal codice dei Beni Comuni, su cui si affida anche la rinascita dei Giardini Reali.
In queste settimane, sono partiti i lavori di ristrutturazione del ponticello che divide in due il parco. È sovrastato dal quel Bastione di San Maurizio dove è in cantiere un polo dell’arte e del protagonismo giovanile. I Giardini, dopo anni di abbandono, potrebbero finalmente riacquistare quella vitalità che sembrava essere sparita. A cui tiene molto anche Enrica Pagella che ha scommesso sulla rinascita dei sette ettari di verde nati intorno alle vecchie difense della Torino sabauda. «Con la Città stiamo discutendo per avviare il recupero delle mura. Un elemento ricco di storia che pochi conoscono», spiega la direttrice dei Musei Reali. La parte basse del polmone verde è passata di mano negli anni Venti dal Demanio al Comune. Mentre il resto, la parte più nobile e più bella, rimane di pertinenza dello Stato. A pochi passi dal Giardino del Duca, nascerà un nuovo edificio destinato ad accogliere i volontari del Touring Club che oggi vigila sull’area da un gabbiotto destinato a sparire. Mentre nel pezzo del Bastion Verde si vuole allestire un «punto di interpretazione dei giardini». Con una bottega per vendere i bulbi delle piante e anche una piccola caffetteria affidata all’azienda che già gestisce il bar del Teatro Regio. Infine, è stato approvato il progetto delle Orangerie. Nel 2021 potrebbero partire i lavori per quello spazio per la didattica e le presentazioni pensato dall’architetto Aimaro Isola. |