Venezia. Museo Ebraico, il progetto per rivivere la memoria Maria Paola Scaramuzza Corriere del Veneto, Venezia e Mestre 8/7/2020
Si potranno leggere, sulle pagine di oltre quattromila tra libri e manoscritti, gli appunti affidati dai rabbini che negli ultimi 500 anni hanno vissuto Venezia. Ci si potrà curvare sotto quei bassi soffitti in cui anche allora mancava l’aria, saliva l’umidità torrida dell’estate lagunare o il freddo pungente degli inverni delle persecuzioni. Si potranno contemplare i preziosi oggetti che per cinque secoli e ancora oggi vivono nella liturgia delle tre sinagoge, italiana, tedesca e cantòn, che fanno del complesso museale del Ghetto di Venezia il più antico e monumentale patrimonio dell’identità ebraica mondiale. Patrimonio che tornerà a nuova luce.
È l’ambizioso progetto di riqualificazione e ampliamento del Museo Ebraico di Venezia che ad ottobre, dopo le festività ebraiche, prenderà il via con un triennio di lavori e un investimento di nove milioni di euro. Una grande opera di recupero storico deliberata dal Comune di Venezia e da realizzarsi grazie ai fondi privati di una call internazionale guidata dallo storico dell’arte David Landau, a cui hanno già risposto grandi donatori da ogni parte del mondo coprendo ad oggi il 60 per cento dei costi. Nessun italiano tra loro, ma una ventina di benefattori americani ed europei, decisi a sostenere l’opera di recupero senza porre condizioni «in un mirabile esempio di sussidiarietà» ha sottolineato il sindaco Luigi Brugnaro. Tra loro il Presidente del World Jewish Congress Ronald Lauder, che ha stanziato i primi due milioni di euro e che ieri, di fronte al Presidente della Comunità Ebraica di Venezia Paolo Gnignati e alla stampa veneziana ed estera ha ribadito: «Non ne avete idea, questo progetto per la comunità ebraica mondiale è un sogno che si realizza».
Il complesso museale passerà così da 1200 a 2000 metri quadri: «Verranno riuniti in un unico complesso nove diversi edifici visitabili in senso circolare» specifica la direttrice Marcella Ansaldi. Per la prima volta grazie all’acquisizione di cinque unità immobiliari, i visitatori potranno accedere alle diverse aree del complesso senza soluzione di continuità, la Sinagoga Italiana vedrà recuperato l’antico accesso risalente al 1800, archivio e biblioteca si apriranno agli studiosi, una nuova sala al piano terra ospiterà eventi e incontri. «L’intero edificio sarà ristrutturato e reso accessibile e si aprirà al Campo del Ghetto Novo – conferma la direttrice - per aprirsi simbolicamente all’intera città».
Introdotti anche moderni impianti di riscaldamento e aria condizionata: «Ovunque, ma non nell’appartamento cinquecentesco in cui ricreeremo le condizioni in cui viveva una famiglia del ghetto – specifica il curatore Landau – lì gli alti turisti americani, olandesi, europei dovranno inchinarsi per poter passare». Per avvertire senza filtri sulla propria pelle cinquecento anni di storia, memorie, cultura, del Ghetto di Venezia. |