Milano. La Sormani sarà (anche) museo. Il Ciclo di Orfeo può tornare a casa Pierluigi Panza Corriere della Sera - Milano 21/7/2020
La Giunta comunale ha approvato un piano di restyling della biblioteca Sormani per un totale di un milione e 125 mila euro. Tra le novità figura la realizzazione, negli spazi dell’attuale sala audiovideo Philips, di una sala polivalente dove si terranno le attività svolte nella Sala del Grechetto e altre nuove funzioni. La Sala del Grechetto, invece, si trasformerà insieme allo scalone monumentale in spazio museale. È stato infatti deciso che le tele seicentesche del Ciclo di Orfeo rientreranno alla Biblioteca Sormani quando saranno terminati gli interventi di diagnostica e di restauro. Anche le altre tele legate al Ciclo di Orfeo, che si trovavano nella Sala Putti, verranno collocate nella Sala antistante quella del Grechetto in modo da inserirle nel percorso museale.
«Sono contento e profondamente convinto che sia stata una scelta giusta decidere di proporre alla città una riflessione su questo capolavoro — afferma l’assessore Filippo Del Corno —. Sono contento del dibattito che si è sviluppato e che ha avuto come esito la costituzione di una commissione che ha determinato che le tele ritornino dov’erano». La commissione costituita dai direttori Minoja, Salsi e Piraina, dalla direttrice del Poldi Pezzoli Annalisa Zanni e dalla direttrice del Polo Museale della Lombardia Emanuela Daffra, analizzando le varie soluzioni proposte sull’eventuale ricollocazione delle tele «ha verificato che nessuna delle proposte era tecnicamente percorribile, in considerazione sia delle dimensioni gigantesche, sia della necessità di conservare il ciclo in un luogo accessibile per il pubblico». Torneranno, dunque, alla Sormani ma all’interno di un generale piano di restyling e adeguando gli spazi alle necessità tecnologiche. Prematuro ipotizzare un eventuale incarico per un nuovo riallestimento: «Prima dobbiamo attendere i risultati delle analisi diagnostiche e l’esito del restauro conservativo: se il restauro preclude spostamenti andranno collocate allo stesso modo in cui erano». I lavori partiranno nel 2021 ma, come per molte opere di restauro, è bene non fissare a priori date di chiusura.
Quello che, una volta tanto, possiamo effettivamente definire dibattito senza preclusioni ideologiche (in genere sono finti dibattiti o votazione «social» di nessun credito) ha determinato che le tele del ciclo non vadano al Museo di Storia Naturale o altrove ma tornino dov’erano l’ultima volta. Questo ciclo, composto da 23 tele (occupano quasi 250 metri quadrati) commissionate da Alessandro Visconti per il proprio palazzo intorno al 1670, attribuito al fiammingo Livio Mehus e al polacco Pandolfo Reschi, fu trasferito a da Palazzo Visconti a Palazzo Sormani nel 1877 dalla proprietaria Carolina Verri Sormani. In quell’occasione il ciclo fu manomesso per adattarlo al nuovo ambiente, quello da allora chiamato Sala del Grechetto. Nel 2016 questa sala della Biblioteca comunale fu inserita tra le opere il cui restauro era finanziabile con l’Art bonus (raccolti 133.135 euro; ora ripartirà un’altra fase dell’Art Bonus). A quel punto il Comune aprì il dibattito anche su dove ricollocarle dopo il restauro, poiché nella sala del Grechetto della Sormani apparivano «non sufficientemente valorizzate». Le tele furono così esposte nella mostra «Il meraviglioso mondo della natura» (Palazzo Reale, dal 13 marzo al 14 luglio 2019) curata da Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa e allestita da Margherita Palli ove furono posizionate nell’originaria disposizione che avevano a Palazzo Visconti, distrutto durante la Guerra. Durante il successivo dibattito lo storico Alessandro Morandotti ha pubblicato una sorta di contro-catalogo intitolato «Una mostra, un trasloco» (Scalpendi editore) manifesto per la ricollocazione delle tele alla biblioteca Sormani. Anche la studiosa Vittoria Orlandi Balzari aveva suggerito di «ricollocarle alla Sormani aggiungendo una postazione internet con ricostruzione di come erano disposte a Palazzo Visconti». Venerdì scorso la decisione.
Attualmente, le tele sono al Padiglione 15 dell’Area ex Ansaldo agganciate a griglie appositamente realizzate per consentire gli interventi di diagnostica da parte dei tecnici della Fondazione Centro per la Conservazione e il restauro dei beni culturali La Venaria Reale. Le fotografie ad altissima definizione, a luce radente e a raggi infrarossi permetteranno di farsi un’idea sulla storia conservativa dei dipinti e realizzare una mappatura dettagliata dei vari interventi di restauro, discriminando tra del Sette/Ottocento e quelli più invasivi di inizio Novecento (la classifica dei restauri, però, è talvolta foriera di scelte discutibili). Il progetto conservativo sarà elaborato dai restauratori del Polo Museale della Lombardia. I tecnici del Dipartimento Abc del Politecnico, invece, svolgeranno indagini psicrometriche per registrare i dati ambientali delle sale che verranno musealizzate. |