Il danneggiatore della «Paolina» si consegna a Sgarbi Stefano Bucci Corriere della Sera 5/8/2020
«Il mio è stato un comportamento irresponsabile, le conseguenze non mi erano note, per questo ho continuato normalmente la mia visita al museo e l’intero soggiorno in Italia... No, non sono fuggito». Ha un nome e cognome (D. H. abitante a Aistersheim, Alta Austria) il turista che il 31 luglio ha involontariamente staccato, facendosi un selfie, due dita del piede destro del modello in gesso della statua Paolina Bonaparte come Venere vincitrice, realizzata tra il 1804 e il 1808, custodita nel Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno, Treviso.
Il turista si è consegnato, dicendosi disponibile a pagare le conseguenze del suo gesto (e quindi il restauro), con una lettera a Vittorio Sgarbi, presidente della Fondazione Canova. Risalendo al registro delle visite (obbligatorio per le norme di sicurezza anti Covid-19) e grazie alle telecamere di sorveglianza del museo, il responsabile era stato comunque già individuato attraverso la donna che aveva effettuato la prenotazione per conto del gruppo (in Italia per festeggiare il 50° compleanno proprio di D.H.) e che è risultata essere anche la moglie dello stesso danneggiatore (ora il fascicolo è stato trasmesso alla Procura).
«Apprezzo il senso civico e prendo atto delle sue parole di imbarazzo»: questo il commento del presidente. Che ha annunciato che sono già arrivate al Museo numerose offerte di disponibilità da parte di chi vuole contribuire alle spese di restauro. Tra queste, Pupi D’Angieri, ambasciatore del Belize, e la società «Ars Cultura». Mentre si pensa anche a una Visita alla Venere ferita, o alla Paolina mutilata, con offerta libera per sostenere ulteriormente il restauro. Secondo Sgarbi («Sfregio inaccettabile — lo aveva definito —, prendete quel barbaro Visigoto subito») il miglior sistema di sicurezza resta però un divano su cui riposare. «Dal video delle telecamere risulta che, al di là delle postume scuse ricevute, questo turista non sa distinguere bene tra una scultura di Canova e un divano, così si è tranquillamente disteso per farsi un selfie e riposarsi; quando si alza avverte un prurito e vede le due dita rotte, si guarda in giro per vedere se è stato visto o ripreso e poi va via quasi fischiettando pensando di non essere stato ripreso». Da qui la soluzione: «Tra le misure di sicurezza, provvederemo a collocare, accanto al gesso, un divano alternativo, per consentire una buona visione e un buon riposo». Facendo stare più tranquilla Paolina. |