Genova, scoperta a San Bartolomeo della Certosa: il mosaico in restauro è ancora più antico BRUNO VIANI Secolo XIX, 22/08/2020
«Se vogliamo che le opere dell’uomo siano tramandate alle generazioni future, bisogna averne cura. E a volte possono saltare fuori anche delle sorprese». Gabriele Gelatti è l’ultimo maestro ligure dell’arte dei risseu (i mosaici fatti di ciottoli) e il responsabile del cantiere aperto per il restauro delle antiche pavimentazioni di San Bartolomeo della Certosa, parrocchia-simbolo della rinascita dopo il Morandi. E mentre guarda le tante cuffe di pietre raccolte nella mattinata dai volontari della parrocchia e destinate a sostituire le tessere mancanti o non più recuperabili dell’immenso mosaico cinquecentesco, svela una scoperta che costringe a riscrivere uno dei capitoli iniziali della storia della Certosa.
«Abbiamo trovato un frammento seminascosto da un muro, che anticipa la data di nascita di questo capolavoro di un quarto di secolo rispetto a quello che si credeva fino ad ora - annuncia - e ne fa la pavimentazione a risseu più antica della Liguria, primato che apparteneva alla “chiesa vecchia” a Leca di Albenga».
Capolavoro del passato
La pavimentazione del chiostro del convento della Certosa, ai piedi del nuovo ponte Genova San Giorgio, è la più antica e imponente della Liguria, 36 quadri per una superficie complessiva di 720 metri quadrati, fatti di motivi astratti neri su fondo bianco, molti sono geometrici ma i più affascinanti sono rappresentazioni complesse con figure umane e animali, draghi e pavoni. Un tappeto di pietra a cornice del cortile dove i monaci prendevano il fresco. Oggi lo spazio centrale del chiostro è diventato il campetto da calcio per i ragazzi dell’oratorio. «Ma in fondo va bene così, i luoghi vanno vissuti - dice Barbara Caranza, restauratrice incaricata dalla Soprintendenza alla direzione dei lavori - ci sarà tempo per ridare al cortile la dignità del passato, quando i campi sportivi del quartiere verranno realizzati». Ogni quadro è un mondo a sé: «I più antichi sono quelli geometrici proprio davanti alla chiesa, fino ad oggi si è sempre scritto che l’opera è stata realizzata tra il 1572 e il 1671 - riprende Gelatti - facendo riferimento a due date inglobate nel mosaico del chiostro detto “minore”. Ma nel corso della fase preparatoria al nuovo intervento, abbiamo trovato, in un locale chiuso al pubblico, un frammento a risseu dell'originale corridoio di collegamento con il chiostro “maggiore”: la data “1546” è ben leggibile, anche se è parzialmente coperta da un muro di intercapedine moderno appoggiato direttamente sui ciottoli». Una scoperta che, se confermata, sembra destinata a spostare indietro di un quarto di secolo le lancette del tempo. Il restauro dell’antico mosaico fa parte di un lavoro in più lotti per un investimento superiore ai 250.000 euro sostenuto dalla proprietà, la Curia, con il coinvolgimento del Municipio e il concorso di sponsor privati.
L’ultimo erede degli antichi maestri
Gelatti, 46 anni, una laurea in lettere con tesi in storia del cinema, è l’erede di un sapere antico, un mix di arte e artigianato che non si impara sui libri e ora altri dovranno raccogliere. Lui, quasi per caso, si era trovato a lavorare con l’ultimo maestro ligure della tecnica dei risseu, Armando Porta, classe 1923, che nel corso di una vita aveva lasciato alla Liguria un patrimonio che non ha prezzo ed è sparso su tutto il territorio, da levante a ponente.
«Quello che mi affascina di questa tecnica è che le tessere di un mosaico le puoi fare su misura, i ciottoli no: te li regala la natura e tu li puoi solo scegliere, prendendo quello che è adatto per un particolare dettaglio». E se ai tempi del maestro Porta era lecito raccogliere ciottoli senza alcuna limitazione, oggi per avere le pietre necessarie a sostituire le tessere mancanti alla Certosa è stato necessario presentare domande a Regione e Demanio.
«I ciottoli bianchi di quarzite li abbiamo raccolti sulla spiaggia di Vesima con un gruppo di volontari della parrocchia. Adesso stiamo aspettando il via libera per poter raccogliere anche quelli neri di serpentino nel letto del Polcevera,».
Le pietre sono vive, nel mondo di Gelatti. «Quelle della pavimentazione antica le dobbiamo pulire a mano, delicatamente, rimuovendo i sedimenti dei secoli. Quelle che dobbiamo inserire per riempire le lacune del disegno originale vanno scelte una per una, con rispetto». https://www.ilsecoloxix.it/genova/2020/08/22/news/scoperta-a-san-bartolomeo-della-certosa-il-mosaico-in-restauro-e-ancora-piu-antico-1.39220687
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