Roma. Allarme per il lago di Villa Ada. Al posto dell’acqua solo fango Manuela Pelati Corriere della Sera - Roma 14/9/2020
Acqua marrone, melma e fango, alghe e cattivo odore. Il laghetto di Villa Ada è di nuovo in agonia dopo la sofferenza che aveva già mostrato a marzo. «Il livello è sceso di almeno mezzo metro al punto di trasformare il bacino in una sorta di pantano — denuncia l’Osservatorio Sherwood —. A questo punto si teme per la sopravvivenza di pesci, uccelli acquatici e tartarughe».
Gli ambientalisti dell’associazione che monitora costantemente Villa Ada riferiscono di «accertamenti in corso per far fronte al repentino e anomalo prosciugamento del lago grande». E ipotizzano che «all’origine del problema vi sarebbe un malfunzionamento del sistema idrico dei laghi di Villa Ada, in perenne sofferenza e mai ammodernato».
Nel terzo parco più grande della Capitale dopo quelli dell’Appia e di Villa Pamphilj «ci sono tre laghi — spiega Lorenzo Grassi dell’Osservatorio Sherwood —: quello grande con la penisola dei pioppi bianchi vicino all’entrata in via di Ponte Salario, uno più piccolo dal quale sgorga il ruscello che scorre nella valle delle sughere e il terzo nella parte superiore, accanto al pratone molto frequentato a due passi dall’ingresso sulla Salaria. Si tratta di laghi moderni che sono stati realizzati intorno alla metà degli anni Settanta».
Dal Campidoglio, che cura la manutenzione delle ville storiche attraverso il dipartimento Ambiente e il servizio Giardini, nessuna spiegazione. «Ho chiesto cosa sia successo ma non ho ricevuto risposta — riferisce Rino Fabiano, assessore all’Ambiente del II Municipio, che si occupa anche delle segnalazioni e delle sollecitazioni. «Con l’assessora al Verde del Campidoglio Laura Fiorini abbiamo visto le pessime condizioni del lago con i nostri occhi venerdì scorso durante un sopralluogo», racconta Fabiano. «In realtà - spiega - stavamo valutando la riqualificazione delle aree ludiche per i bambini, ma passeggiando vicino al laghetto abbiamo osservato il degrado ambientale e ora mi impegno a sollecitare di nuovo gli interventi».
Episodi di abbassamento dell’acqua e comparsa di melma e fango erano accaduti anche un anno fa, segnalati dagli ambientalisti. In seguito la situazione era migliorata e il lago era tornato quasi alla normalità, ma a marzo scorso era già molto basso con l’acqua marrone. «Prima del lockdown ho convocato la Sovrintendenza — continua Fabiano —, il responsabile del dipartimento Tutela ambiente e gli uffici tecnici del Municipio per manifestare la mia intenzione di chiedere la gestione decentrata dell’ex rimessaggio delle canoe che è abbandonato». Attorno al lago, inoltre, non ci sono servizi a disposizione del pubblico. «Mancano gli spazi per i cittadini, come le panchine, le aree per i giochi e quelle per il fitness. Sono cinque anni che non si fanno riqualificazioni» conclude l’assessore. |