Firenze. «Voglio distruggere il Franchi». L’offensiva finale di Commisso Michela Lanza Corriere Fiorentino - 23/9/2020
Mancava da Firenze da sette mesi, ma Rocco Commisso in due ore di incontro con il sindaco Dario Nardella ha mostrato di non aver cambiato le proprie idee sul Franchi. Forte della nuova norma sugli stadi, il patron viola ha scelto di accelerare ancora rilanciando l’idea di un Franchi completamente nuovo. Altro che ristrutturazione insomma, le intenzioni di Rocco vanno molto oltre: «Io voglio distruggerlo tutto e ricostruire il Franchi come voglio io. E se non mi fanno fare quello che voglio con i miei soldi allora se lo possono tenere. Il Franchi non è il Colosseo o Palazzo Vecchio. In un Paese normale me lo farebbero buttare giù, proprio come hanno fatto in Germania e in Inghilterra.».
È un fiume in piena Commisso. I sorrisi non mancano, le dichiarazioni di circostanza pure (da Palazzo Vecchio filtra un laconico «incontro positivo», ma dalla sorpresa che rimbalza evidentemente l’idea presentata da Commisso per il Franchi non era da «Demolition man») ma stavolta i volti appaiono molto più tirati dopo due ore di confronto nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio con il sindaco Nardella. «È andata ok — racconta Rocco provando ad essere diplomatico — e non voglio stare qui a ripetere quello che è successo con la Mercafir. Giovedì riparleremo dello stadio quando presenterò lo studio della Deloitte sull’impatto economico di un nuovo stadio per la Fiorentina. La situazione resta quella di giugno scorso: però se le cose non si possono fare come voglio io restando nei confini della legge, allora non se ne fa niente».
L’impressione che la battaglia sia appena iniziata è sempre più forte: «Le mie tre condizioni sono il totale controllo, la rapidità e i costi ragionevoli. Adesso dobbiamo preparare un progetto preliminare per cui occorreranno almeno due mesi e poi si deve andare a Roma, al ministero, per capire cosa è possibile fare. A quel punto decideremo». E proprio al governo fa riferimento ancora Rocco: «Credo che la nuova legge ci possa dare la possibilità. Al Franchi ci sono problemi sismici, di standard Uefa, per non parlare di quelli di sicurezza (dice mostrando ancora il calcinaccio caduto, ndr ) e igienici: domenica scorsa sono stato a vedere lo stadio, in alcuni punti non ero mai stato, nei bagni per esempio mio moglie si è rifiutata di entrare. E poi ci sono vetri appannati che non fanno vedere la partita. Ma come posso io chiedere a un tifosi di pagare un biglietto per tutto questo? Credo che i fiorentini non si meritino molto di più e se qualcuno non lo capisce...». Giusto il tempo per riprendere fiato e lanciare altri messaggi a Palazzo Vecchio e al governo: «Noi vogliamo fare una cosa bella, moderna, che dia bellezza alla vostra città. Se non si può fare al Franchi, allora c’è sempre Campi. Anzi vi dico che domani sarò lì a parlare con il sindaco». Parole che riportano l’orologio indietro di qualche mese, a prima che fosse approvata la legge sugli stadi. Per questo Commisso precisa subito: «Sono stato molto ma molto rispettoso di Firenze. Il primo progetto presentato riguardava il Franchi. Se quello fosse stato accettato... Solo che ora quello che mi sarebbe andato bene un anno fa non mi va più bene». |