Firenze. Lo stadio di Nervi e un’idea di recupero (a Roma) Marzio Fatucchi Corriere Fiorentino - 25/11/2020
La legge per gli stadi storici vincolati, tanto voluta dal sindaco Dario Nardella e dal suo predecessore Matteo Renzi, potrebbe risolvere il problema dello stadio progettato da Nervi. Ma non quello di Firenze, bensì il Flaminio di Roma. Abbandonato da anni, in decadenza, è diventato uno dei possibili obiettivi del nuovo proprietario della Roma, il texano Dan Friedkin.
La Gazzetta dello Sport , che ha anticipato la notizia, ha messo in collegamento diretto la legge per gli stadi e la possibile operazione di Friedkin: «Scende Tor di Valle, sale il Flaminio. Grazie anche a Nardella». E i commenti sono esplosi sui social, da parte dei tifosi e sulle radio giallorosse, con Nardella divenuto improvvisamente un mezzo eroe. Ma, come il Franchi di Firenze, tanti altri non vogliono che il Flaminio venga toccato. L’impianto romano è più «giovane» del Franchi, è stato realizzato negli anni 50 e il progetto è di Antonio Nervi, assieme al padre Pier Luigi. Abbandonato nel 2011, doveva essere ristrutturato dalla Figc (dopo che era stato gestito dalla Federazione rugby). Ma sicuramente qui l’operazione di «sostituzione edilizia», cioè la demolizione e ricostruzione (come prevede la nuova normativa) sarebbe ancora più complicata. Eppure, il magnate texano pare crederci parecchio.
Il punto è che, solo un mese fa, è stato presentato il «piano di conservazione» del Flaminio, elaborato dalla Sapienza e dalla Pier Luigi Nervi Project Association, grazie a un contributo erogato dalla Getty Foundation. Un progetto che secondo la sindaca di Roma Virginia Raggi è «un passaggio fondamentale e propedeutico alla riqualificazione dell’impianto sportivo». Non solo: accanto al Flaminio è stata scoperta una necropoli romana, solo parzialmente sondata dagli archeologi: ci sarebbero almeno altre 50 tombe da scavare. Di certo anche per il Flaminio non sarà una passeggiata. |