Roma, gli ultimi tesori Maria Rosaria Spadaccino Corriere della Sera - Roma 12/12/2020
Non si vedrà più la via Alessandrina dal belvedere dei Mercati di Traiano. Ora con un unico sguardo si potrà osservare la piazza del Foro di Traiano con il complesso monumentale dei Mercati. Ecco la visione che restituisce la conclusione degli scavi che mutano l’immagine del Foro a cui si era abituati. Il secondo risultato è che scopriremo (quando saranno esposti) la testa di Dioniso (tra i primi reperti apparsi), il busto di un guerriero dace, un ritratto monumentale del giovane Augusto, tornato alla luce a settembre.
E poi oltre 60 frammenti di fregi d’armi che rappresentano le spoglie belliche dei popoli vinti e quelle dei vincitori, e un frammento di fregio storico in marmo di Luni, databile tra I e II secolo dopo Cristo. Tesori usati come materiale da costruzione durante il Medioevo e fino a oggi nascosti sotto la via Alessandrina, scavata e dunque rimossa, lungo il tratto settentrionale che in circa 60 metri collegava l’attuale piazza del Foro di Traiano a largo Corrado Ricci
La strada costituiva l’asse principale del quartiere omonimo, sorto alla fine del XVI secolo a opera del cardinale Michele Bonelli, detto «l’Alessandrino» perché nato nella città piemontese. La completa demolizione del quartiere tra il 1924 e il 1932 per l’apertura della via dell’Impero, attuale via dei Fori Imperiali, aveva privato la via del suo originario tessuto abitativo. Di conseguenza il tracciato superstite, attraversando i Fori di Augusto, Nerva e Traiano, rendeva difficile la comprensione dei resti degli antichi complessi architettonici. Questa opera, curata da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale-Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali su concessione del ministero per i Beni culturali e per il turismo - Parco Archeologico del Colosseo, è finanziata con un milione di euro dall’Azerbaigian sulla base di un accordo siglato nel 2014 dalla precedente amministrazione capitolina. «Il Foro di Traiano è un capolavoro dell’urbanistica romana di cui finora non si coglieva appieno la grandiosità. Oggi è più facile capire perché la costruzione fosse definita degna dell’ammirazione degli dei», dichiara la sovrintendente Maria Vittoria Marini Clarelli.
«Abbiamo un tesoro preziosissimo nascosto sotto i nostri piedi, continuiamo ad aprire questo scrigno e a mostrare al mondo frammenti della nostra identità. Roma è patrimonio dell’umanità — dice la sindaca Virginia Raggi — dobbiamo continuare a guardare al futuro con fiducia: ora siamo in era Covid, ma chi lavora in questo settore deve avere una nuova spinta e deve essere sostenuto».
I reperti emersi dopo il lavoro, tutti facenti parte dell’apparato decorativo del Foro di Traiano, realizzato nei primi anni del II secolo d. C. a celebrazione delle vittorie sui Daci, e adesso in fase di restauro e studio, saranno in seguito esposti al Museo dei Fori Imperiali ai Mercati di Traiano. |