Napoli. Monte Echia, l’ascensore contestato mette d’accordo leghisti e sinistra Fabrizio Geremicca Corriere del Mezzogiorno - Campania 17/12/2020
Arriva in Parlamento la vicenda di Monte Echia e della cabina dell’ascensore che spezza la veduta verso il mare e rappresenta, secondo alcuni comitati di cittadini, varie associazioni e lo storico dell’architettura Giulio Pane, un affronto al paesaggio ed alla storia di uno dei luoghi simbolo della città.
Neri giorni scorsi della vicenda si sono occupati due parlamentari. Il 10 dicembre Rina De Lorenzo, eletta con i 5 Stelle ma attualmente nel gruppo di Liberi e Uguali, ha chiesto «attenzione e vigilanza» sui destini di alcuni siti della città di Napoli i quali — ha sostenuto — sarebbero messi a rischio dai lavori della linea Ltr 6 della metropolitana». Tra essi ha indicato la Villa Comunale ed ha riproposto la tesi del geologo Riccardo Caniparoli relativa «alle modifiche del flusso delle acque sotterranee provenienti dalla collina e dalle falde acquifere che alimentavano gli alberi secolari». De Lorenzo ha poi citato piazza del Plebiscito «dove sono in corso da ben due anni scavi per un tunnel di areazione coperto da grate», la galleria Vittoria ed il Monte Echia. Anche quest’ultimo sarebbe a rischio per la modifica, determinata dai lavori della Ltr, dell’equilibrio della circolazione delle acque sotterranee. Gianluca Cantalamessa, parlamentare leghista, ha a sua volta indirizzato una interrogazione parlamentare a Conte ed ai ministri Costa (Ambiente) e Franceschini (Beni culturali). Nel documento ricorda le peculiarità di Monte Echia, con i suoi resti di epoca romana e con il suo belvedere. Sottolinea che quest’ultimo «è attualmente in fase di ristrutturazione e che si sta realizzando l’ascensore di collegamento con Santa Lucia». Dà conto, ancora, delle obiezioni mosse da tempo dal comitato Portosalvo e da altre associazioni «circa la realizzazione dell’impianto di elevazione che taglia la visuale panoramica per una lunghezza di dodici metri ed è costato circa un milione e duecentomila euro finanziati con il Patto per Napoli». Anche Cantalamessa fa riferimento alla tesi di Caniparoli circa il rischio di cedimenti del costone tufaceo del Monte Echia a causa degli interventi di realizzazione della linea tranviaria rapida e domanda «quali iniziative intenda assumere il Governo in ordine al progetto in questione, anche in considerazione dei cospicui fondi statali che esso utilizza».
L’ascensore fu autorizzato alcuni anni fa dalla Soprintendenza. Comitati ed associazioni chiedono però che si verifichi se la cabina di arrivo dell’elevatore che è stata realizzata sia conforme a quella del progetto. In ogni caso, auspicano un intervento del ministero per i Beni culturali che, alla luce dell’impatto dell’opera, imponga il ripristino dello stato dei luoghi e l’adozione di soluzioni differenti. Per esempio quella della stazione sotto il livello del suolo che fu costruita per l’ascensore di collegamento tra via Acton e piazza Plebiscito. |