Torino. «Diamo noi il codice ai beni Unesco» Giulia Ricci Corriere della Sera - Torino 4/1/2021
I siti Unesco saranno «indicati»: un’azienda informatica si è offerta di progettare delle targhe segnaletiche con un QR-Code, gratuitamente.
Ora mancano solo il via libera della sindaca Chiara Appendino e della Sovrintendenza. Come rivelato sulle pagine del Corriere Torino a metà ottobre, infatti, il capoluogo piemontese ha un enorme ricchezza culturale e turistica che non viene sfruttata.
Tutte le residenze sabaude sono patrimonio mondiale Unesco; ma non c’è niente in città che lo segnali, non un percorso ad hoc per i visitatori, non una targhetta o un qualsiasi cartello che evidenzi questa caratteristica. E così chi visita i Musei Reali, alza il naso verso i soffitti di Palazzo Madama o passeggia attraverso il Castello del Valentino non ha nulla che gli racconti come quei luoghi abbiano ricevuto lo stesso riconoscimento della barriera corallina o della Grande muraglia cinese. Nonostante la presidente del centro per l’Unesco di Torino, Maria Paola Azzario, lo chieda da ormai quattordici anni.
Ma prima di Natale una società di informatica, la Solve.it, le ha offerto il proprio aiuto: «Vorremmo segnalare la nostra disponibilità a farci carico — scrive l’amministratore delegato Giuseppe Arietti in una lettera — dal punto di vista progettuale, realizzativo ed economico, di un progetto di targhe segnaletiche da installare presso i siti, connesse attraverso QR-Code a una sintetica informazione che consenta ai visitatori di avere immediato accesso alle informazioni storiche architettoniche e turistiche dei siti parte delle Residenze Sabaude». Il tutto gratuitamente, come dono alla città dove lavorano e sono cresciuti in questi anni diciassette anni.
Una proposta accolta da Azzario, che ha quindi scritto a sua volta alla sindaca Appendino, all’assessora alla Cultura Francesca Leon: «Vi chiedo un incontro — scrive — perché dovrei dialogare con voi rispetto ad una proposta di valorizzazione gratuita delle Residenze Sabaude della nostra Città, pervenutaci, come Centro per l’Unesco di Torino, da una ditta specializzata. Dal 1997 ci battiamo perché ciò avvenga ed ora, finalmente, si apre uno spiraglio. Vogliamo operare insieme per realizzare, in poco tempo, una dimostrazione che il valore della nostra Città può essere rilanciato? Mi auguro di sì ed attendo una vostra gentile risposta». Una risposta che, per ora, non è pervenuta.
«Credo sia una importante opportunità da cogliere — chiosa Augusto Montaruli, consigliere di Leu della circoscrizione Otto che ha denunciato per prima la mancanza, e portato all’approvazione di una mozione in Sala Rossa —, perché avvia il percorso progettuale realizzando un primo intervento cui potrebbero seguirne altri con la collaborazione di altri imprenditori». |