Venezia. Petizione a quota 5 mila firme. Zuin: valuteremo passo passo. Mobilitazione dei sindacati. Baretta: patrimonio di chi vive Fiorella Girardo Corriere del Veneto, Venezia e Mestre 5/1/2021
«Valuteremo passo dopo passo quello che si potrà fare, perché Venezia ha bisogno delle persone che vanno ai musei pagando il biglietto, mentre i residenti entrano gratuitamente. Sfruttiamo la cassa integrazione per avere minori costi e mantenere il posto a tutti i lavoratori, senza incassi metteremmo a rischio il personale dei Musei Civici e questa Giunta vuole tutto fuorché questo». L’assessore al bilancio del Comune Michele Zuin risponde piccato alle polemiche che aleggiano in Laguna dopo la dichiarazione del sindaco Brugnaro di mantenere chiusi i musei che fanno capo alla Fondazione Muve. «Si fa presto a dire vogliamo i musei aperti, ma noi abbiamo bisogno della gente che venga in città e finché ci sono le restrizioni alla mobilità questo non è possibile. In via precauzionale dobbiamo tutelare i posti di lavoro blindando il bilancio, ma se lo Stato dicesse “apri che poi ripiano io i debiti”, lo faremmo subito». Intoccabili anche gli 8,4 milioni di euro di ristori che il Mibact ha già assegnato ai Musei Civici. «Quelli sono serviti per mettere in pareggio il bilancio del 2020, ma non c’è traccia di ristori per l’anno in corso» conclude Zuin. Dichiarazioni che non placano le diatribe in corso a Venezia, dove ogni giorno che passa cresce il coro delle proteste, con qualche plauso a Ca’ Farsetti. Le firme sotto la petizione lanciata dalla rivista on line Ytali perché il Comune faccia marcia indietro sono oltre le 5 mila, tutti esponenti del mondo culturale italiano e non solo. Il sottosegretario pd al Mef Pier Paolo Baretta ieri ha preso posizione ufficialmente, aderendo all’appello partito dalla rivista Ytali che sta raccogliendo le adesioni di esponenti nazionali e internazionali della cultura, superando quota 5mila firme. «So bene che la città è di fatto senza turisti – scrive su Facebook - ma i musei sono un patrimonio per chi vive il territorio. Facciamo diventare opportunità le difficoltà, Venezia deve essere la prima a dimostrare questa capacità». Gli fa eco dal Consiglio comunale la capogruppo del Pd Monica Sambo che ricorda come «i musei siano un servizio pubblico essenziale e in quanto tale le aperture non devono essere legate alla sola fruizione turistica». «Polemiche insensate e strumentali» taglia corto il presidente dell’Associazione Veneziana Albergatori, Vittorio Bonacini. «È assurdo prevedere una data di apertura: mancano i turisti e l’economia della città è al collasso. Se il bilancio comunale nascondesse un tesoretto ci sarebbero altre priorità» tuona il presidente Ava. Di parere diametralmente opposto i sindacati che ieri hanno diffuso una nota congiunta di Fp Cgil- Uil Fpl in cui si dicono pronti alla mobilitazione «per costringere questa Giunta a riaprire l’attività della Fondazione», che dovrebbe essere consegnata nelle mani dello Stato dato che «il Comune di Venezia non è in grado di costruire un’offerta culturale e scientifica all’altezza della città». Di «profonda preoccupazione» parlano anche i Comitati internazionali per la salvaguardia di Venezia che «auspicano che la decisione venga riconsiderata quando saranno emanate le indicazioni governative relative alla riapertura dei Musei», chiedendo che vengano nel frattempo garantite le attività di restauro e conservazione, al momento bloccate. La richiesta di voltare pagina arriva anche da Giovanni Andrea Martini, consigliere comunale di «Tutta la città insieme» che ha invitato la presidente dell’Icom (International Council of Museums) Adele Maresca a dare un proprio contributo al dibattito che si è aperto in città. |