Napoli. Mann, a restauro il Mosaico di Alessandro Natascia Festa Corriere del Mezzogiorno - Campania 8/1/2021
È una delle icone del Museo Archeologico di Napoli e chiunque abbia avuto un manuale di storia tra le mani si sarà certamente imbattuto in una sua foto. È il Mosaico della Battaglia di Isso, noto anche come «di Alessandro» del quale a fine gennaio inizierà il restauro realizzato con la supervisione dell’Istituto Centrale per il Restauro. Il lavoro sarà concluso a luglio, le attività diagnostiche sono promosse in rete con l’Università del Molise e il Center for Research on Archaeometry and Conservation Science.
La storia del mosaico è quella di uno dei ritrovamenti più entusiasmanti delle prime campagne di scavo di Pompei: nel 1831, nella casa del Fauno, gli archeologi si trovarono di fronte a una grandioso tappeto di tessere - più di cinque metri per tre - che decorava il grande pavimento dell’esedra. Non solo. La scena era perfettamente leggibile e lo stato di conservazione molto buono. A quel punto si aprì una disputa durata dodici anni tra chi sosteneva che l’opera dovesse rimanere in situ e chi riteneva, invece, che dovesse essere spostata nel Real Museo Borbonico. Una commissione espresse parere favorevole e, il 16 novembre 1844, un carro trainato da sedici buoi trasportò l’opera a Napoli. I «negazionisti» ebbero la loro soddisfazione perché durante il trasloco all’altezza di Torre del Greco un incidente fece cadere la cassa. L’opera, per fortuna, non riportò danni e divenne il pavimento di una delle sale. Nel 1916 Vittorio Spinazzola decise la nuova sistemazione a parete. Sette tonnellate fissate a un muro in più di cento anni hanno avuto conseguenze su oltre un milione di tessere. «Con l’avvio, nel 2021, del restauro del Mosaico di Alessandro - dice il direttore Paolo Giulierini - scriviamo insieme una pagina importante nella storia del Mann. Sarà un restauro grandioso sotto gli occhi del mondo. La tecnologia e le piattaforme digitali ci consentiranno di seguire le delicatissime operazioni in una sorta di “cantiere trasparente”, come mai accaduto prima». |