«Venezia senza musei? È dura, ma i costi sono alti» Gianluigi Colin Corriere della Sera 9/1/2021
«Gli appelli per i musei di Venezia? Non possono essere che condivisibili, suggeriscono motivi di riflessione per tutte le città d’arte nel mondo. Ma attenzione, dobbiamo avere una visione globale». Gabriella Belli, direttrice dei Musei civici di Venezia, interviene dopo la decisione del sindaco Brugnaro di tenere chiusi tutti i musei sino al primo aprile.
Cosa pensa della scelta del sindaco e degli appelli in difesa della riapertura dei musei? «Nell’immaginario di tutti, oggi, dire che i musei sono chiusi è come dire chiusa Venezia, città simbolo della cultura nel mondo. È un po’ come togliere speranza a tutte le altre città d’arte. Ma dobbiamo ricordare che la fondazione, pur di proprietà pubblica, è un’istituzione di diritto privato che ha tra gli obblighi di legge il pareggio di bilancio e questo ci differenzia da musei statali e altre istituzioni che in questa contingenza hanno continuato ad avere stipendi garantiti. Oneri e onori di chi dirige questa fondazione. Bisogna avere le spalle forti, anche per condividere la complessità di decisioni difficili che sono in capo al cda ma la cui attuazione è richiesta a noi dirigenti. Dovremmo forse scappare? Non è il mio stile. Cercare soluzioni è l’unica cosa utile».
Intravvede scelte possibili in una situazione così complessa? «I musei dovrebbero essere tutti aperti e fruibili, soprattutto ora. Ma va chiarita una cosa: i costi fissi ineludibili del mantenimento dei 12 palazzi e delle altre sedi in dotazione superano 1 milione e 300 mila euro al mese. E i mesi che abbiamo davanti sono 12».
Quindi è d’accordo con la scelta di «buon padre di famiglia» di Brugnaro... «È stata fatta una previsione molto prudenziale, vista l’incertezza dei tempi, calcolando che sarebbe difficile agire per pareggiare il bilancio a fine 2021». Va tenuto presente che la fondazione è una istituzione di diritto privato che ha tra gli obblighi di legge il pareggio di bilancio
Qual è oggi lo stato dei musei a Venezia? «Tra stop and go siamo stati attivi fino a dicembre e ora il personale è in cassa integrazione, pochi di noi sono in grado di progettare nuove attività e servizi come la ricerca sono in stand-by. Ma noi dirigenti, con l’impegno di alcuni conservatori, che turnano tra loro, stiamo garantendo i servizi essenziali di conservazione del patrimonio e degli edifici. La sicurezza è garantita dai presidi di guardiania che non sono mai mancati».
Nuovi progetti? «Tappezzieri e falegnami stanno lavorando agli arredi di Palazzo Reale per permetterci, grazie al Comitato Francese per la Salvaguardia di Venezia, di riaprire in settembre le 27 sale di questo gioiello. È in fase esecutiva la progettazione del riallestimento di Palazzo Fortuny a cui abbiamo chiamato a collaborare Pier Luigi Pizzi».
E le grandi mostre? «La mostra di Carpaccio, co-prodotta con la National Gallery di Washington, andrà al 2023. Poi, un progetto che diventa speranza per il futuro: la celebrazione dei 1600 anni della nascita di Venezia». |