Roma. Villa Massimo riqualificata nel 2019 ma nel giardino alberi secchi e degrado Manuela Pelati Corriere della Sera - Roma 22/1/2021
Con la recinzione crollata sono arrivati i rifiuti, resti di bivacchi, abiti abbandonati e cartoni. La Casina dei Pini dentro i Giardini Giuseppe De Meo (più conosciuti come Villa Massimo), chiusa da due anni e mezzo per un contenzioso mai risolto, è nel degrado. L’inferriata a terra e il muretto di cinta sono diventati un pericoloso scalino per i bambini e i ragazzi che corrono e giocano nel parco.
«Noi non possiamo intervenire – dice l’assessore all’Ambiente del II Municipio, Rino Fabiano –. Da tempo abbiamo chiesto al catasto del Comune quali sono le particelle autorizzate». Ma dal Campidoglio l’assessora Laura Fiorini lo scorso ottobre aveva specificato che «il chiosco bar e le sue pertinenze sono di competenza del II Municipio». Al momento nel giardino all’angolo tra via Ravenna e viale di Villa Massimo oltre al degrado della Casina dei Pini, c’è il cancello principale chiuso perché pericolante e sono sopravvissuti solo 8 dei 30 alberi piantati poco più di un anno e mezzo fa.
Tra i lecci e i sugheri ormai secchi e privi di vita, c’è quello a ridosso del parco giochi dove la sindaca Virginia Raggi effettuò l’inaugurazione della riqualificazione del parco nel maggio 2019 alla presenza della presidente del II Municipio, Francesca Del Bello. «La manutenzione della Villa, in una prima fase, sarà a carico del Servizio giardini», aveva spiegato Raggi. Ma l’impianto di irrigazione da allora non è mai stato attivato.
«La cisterna che doveva fornire l’acqua non è mai stata messa in funzione», riferisce Emanuele Iannuzzi del Comitato Viva Villa Massimo. Il parco, circa settemila metri quadrati di verde vicino all’istituto Falcone e Borsellino che ospita classi materne ed elementari, è stato riaperto una settimana fa. La chiusura di circa un mese ha permesso di mettere i lampioni nuovi e di chiudere il cancello di entrata che era pericolante, ora si entra da via Ravenna. «Sono venuti a mettere in sicurezza l’inferriata – continua Iannuzzi –. Ma ora c’è solo una catenella che impedisce l’apertura e il cancello traballa e potrebbe crollare».
Ritornando alla Casina dei Pini che ospitava il bar chiuso dal 2013 per un contenzioso tra il gestore del chiosco e i comitati di quartiere che lo avevano accusato di schiamazzi e vendita di alcolici fino a notte fonda, è recintata da due anni. Alcuni residenti vorrebbero abbatterla. «Abbiamo chiesto agli uffici del Comune — ha detto ieri l’assessore Fabiano — se esiste un condono per poter capire quali sono le cubature da mantenere e quelle da eliminare. Ma non è stata data nessuna risposta». Intanto il degrado avanza.
«Sarebbe utile riseminare un po’ di prato, sostituire alcuni alberi morti e riparare il cancello grande – aggiunge Fabiano -. Lo deve fare l’Ufficio giardini insieme alla sua apertura e chiusura». E inoltre: «Il Municipio sta continuando a sfalciare l’erba e a ordinare le siepi così come da impegni presi e abbiamo provveduto a incrementare le panchine». |