Viterbo. Il Tar del Lazio dà ragione all'università. Orto botanico, annullato il supervincolo della soprintendenza Tusciaweb, 28/01/2021
Orto botanico, vinto il ricorso al Tar dell’università della Tuscia contro il supervincolo della Soprintendenza su un totale di 36 ettari compresa l’azienda agraria didattica.
L’Unitus ha ottenuto l’annullamento del decreto del Mibact del 25 luglio 2019, recante la dichiarazione di notevole interesse pubblico dell’area denominata “Dal Bullicame e Riello alle Masse di San Sisto” nella parte in cui include le zone di proprietà dell’Università degli Studi della Tuscia, tra cui l’area dell’orto botanico, nell’ambito del vincolo paesaggistico.
Oltre all’università, hanno presentato ricorso contro il vincolo anche l’Associazione nazionale costruttore edili (Ance), la società Free Time (per le limitazioni alla struttura termale in zona Paliano) nonché il Comune con una doppia procedura, davanti al Tar accodandosi alla Free Time e con istanza al presidente della repubblica.
Secondo l’università “non sussistono i presupposti prescritti dalla predetta disposizione di legge in quanto l’ampia area in questione non ha le caratteristiche peculiari del paesaggio agrario tradizionale e ‘non rappresenta un aspetto percettivo scenico e panoramico rilevante’, per cui l’assoggettamento a vincolo finirebbe per penalizzare gravemente i contrapposti interessi pubblici allo sviluppo culturale ed all’attività di ricerca scientifica condotta”.
Il Tar, lo scorso 21 aprile, aveva chiesto alle parti chiarimenti in merito alla “modifica del regime autorizzatorio conseguente all’imposizione del nuovo vincolo rispetto a quelli già esistenti e derivanti da Nta del Ptpr o altri strumenti di pianificazione urbanistico-paesistico-territoriale-demaniale etc o altre prescrizioni derivanti da vincoli comunque gravanti su tare area”.
L’università ha spiegato di essere proprietaria di alcune aree su cui sono siti l’Orto botanico (superficie di circa 6 ettari) operativo dal 1991), in cui svolge l’attività istituzionale didattica e di ricerca, in particolare di coltivazione di specie vegetali da ogni parte del mondo (circa 20mila esemplari di circa 2.500 specie) e l’Azienda agraria didattico-sperimentale, attiva dal 1981 (superficie di circa 30 ettari) per la ricerca e studio di tecnologie per il monitoraggio ambientale e la protezione delle colture, con necessità di opere di adattamento del terreno (con aratura in profondità anche superiore a 40 cm, concimazione, esecuzione di buche per l’impianto di strutture di sostegno) e modifiche (con creazione di pendenze per studiare fenomeni di deflusso ed erosione mediante simulazioni di pioggia), allestimento di strutture metalliche di raccolta e studio delle precipitazioni, stazione per la misura dei dati climatici, eccetera.
“Allo stato degli atti – si legge tra l’altro nelle ragioni esposte dall’università – non è possibile ricostruire i motivi per cui il compendio immobiliare in contestazione meriti di essere assoggettato a tutela quale ‘bellezza naturale’, non essendo ravvisabili nell’azienda agricola universitaria, che si estende su terreno totalmente pianeggiante, gli elementi previsti per la inclusione tra ‘le bellezze panoramiche (considerate come quadri) e così pure quei punti di vista o di belvedere, accessibili al pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze” .
E ancora: “Non si tratta di salvaguardare un paesaggio agrario dalla minaccia dell’incombente urbanizzazione, bensì di tutelare un’area, che, proprio a causa del vincolo, potrebbe rischiare di perdere quelle qualità di paesaggio agrario ‘di rilevante valore’ che si vorrebbero salvaguardare, data l’incombente minaccia dell’abbandono delle coltivazioni. Si tratta di un rischio di cui si dà atto nella stessa relazione, ove menziona la formazione di zone di degrado (microdiscariche abusive di rifiuti diffuse), favorite anche dall’abbandono e inselvatichimento di alcune parti dei terreni”. http://www.tusciaweb.eu/2021/01/orto-botanico-annullato-supervincolo-della-soprintendenza/
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