Venezia. Basilica, ok alla barriera ma mancano i fondi. Una gara per la Piazza Alberto Zorzi Corriere del Veneto, Venezia e Mestre 28/1/2021
Un doppio sì per la difesa di piazza San Marco e della sua Basilica. Lunedì è arrivato l’ultimo ok, quello decisivo, dei comitati tecnico-scientifici dei Beni culturali sulla barriera di vetro che proteggerà la chiesa bizantina simbolo di Venezia: il verbale sarà ufficializzato nei prossimi giorni, ma pare che l’unica prescrizione sia quella di spostare un pilastrino dal lato del palazzo patriarcale, rispetto al progetto dell’ingegner Daniele Rinaldo e del proto Mario Piana. Ieri c’è stata inoltre una sostanziale approvazione del progetto per «impermeabilizzare» tutta l’insula di San Marco, firmato da Thetis e Kostruttiva (con la socia Mate), da parte del comitato tecnico-amministrativo del Provveditorato. Ma questo non significa che i lavori partiranno a breve, anzi.
Quanto alla barriera, infatti, il problema è quello dei fondi, dopo che la Corte dei Conti ha deciso di ricusare il visto all’atto del Provveditorato che doveva stanziare 36 milioni per questo e altri interventi. E anche ieri il primo procuratore di San Marco Carlo Alberto Tesserin è tornato a lanciare un appello al governo. «La Basilica è andata sott’acqua domenica e anche oggi (ieri, ndr ) - sbotta - Bisogna che chi di dovere dia la disponibilità dei fondi per la messa in sicurezza, che sono briciole rispetto al resto. Se poi servono 6 mesi di cantieri rischiamo di arrivare già alla prossima stagione delle acque alte». Ovvero settembre-ottobre. Ma anche sul fronte della piazza ieri c’è stato un colpo di scena. La roadmap ipotizzata prima della decisione della Corte era di avviare addirittura l’1 febbraio i cantieri del primo stralcio, che avrebbe potuto contenere già metà acque alte: tanto che era stato chiesto uno sforzo ai progettisti per chiudere l’esecutivo nei giorni scorsi. Ma su indicazione del dirigente del Provveditorato Francesco Sorrentino, supportato anche da due pareri legali – uno del liquidatore del Consorzio Venezia Nuova Massimo Miani e uno dell’Avvocatura dello Stato – ieri il comitato tecnico ha stabilito che quei lavori non potranno essere realizzati dal Cvn, come auspicato dai progettisti, che non si aspettavano questa doccia fredda: le opere di messa in sicurezza dell’insula sono infatti state stralciate dall’atto attuativo del 2002 e dunque servirà una gara europea.
Ieri si è però deciso che sarebbe uno spreco inutile fare più bandi e così è stato stoppato tutto e verrà chiesto a Thetis e Kostruttiva di fare l’esecutivo dell’intero intervento, per metterlo a gara tutto insieme. La tempistica ipotizzata porterebbe alla conclusione della progettazione tra un paio di mesi, per poi fare la gara e aprire i cantieri a fine anno: un cronoprogramma che però potrebbe essere messo a rischio da eventuali ricorsi al Tar, come si è visto nella gara per la manutenzione delle paratoie di Treporti, bandita nel 2018 e poi di nuovo nel 2019 e non ancora assegnata.
Intanto oggi la marea dovrebbe raggiungere quota 100 centimetri intorno alle 10 e dunque, sulla base della procedura prudenziale (che stima in 35 centimetri il margine di errore), il Mose è stato messo in pre-allerta, con possibile sollevamento dalle 8.20 alle 11.10. Se le previsioni resteranno basse, questa mattina la procedura potrebbe essere abortita. Idem per domani, mentre preoccupa di più la previsione per la notte tra sabato e domenica: per l’1 la marea potrebbe toccare quota 115-120. I sollevamenti sono già stati 16 dal 3 ottobre, quando il Mose è stato alzato per la prima volta a difesa della città. E martedì sera al Provveditorato è arrivato un primo conteggio, in cui si parla di una spesa totale di 15 milioni, compresi quelli di quest’anno: ma il comitato tecnico, stupito dalla cifra, ha rinviato l’analisi alla prossima seduta. |