Napoli. «Le infiltrazioni mangiano i muri» Da Palazzo Reale a Castel Nuovo Walter Medolla Corriere del Mezzogiorno - Campania 30/1/2021
La definiscono una vera e propria crisi idrogeologica «che dalla galleria di via Acton si allarga al Molosiglio e attacca i monumenti». A lanciare l’allarme è il Comitato Portosalvo che accende, nuovamente, i riflettori, su una questione sollevata già qualche anno fa, relativa alla costruzione delle nuove linee della metropolitana.
«Evidenti macchie di umido — spiega Antonio Pariante, presidente del comitato civico — e zone bagnate sulle pareti di Palazzo Reale e sulla parte bassa dei bastioni del Maschio Angioino sono segnali da non trascurare. Dalla galleria Vittoria, chiusa da tempo, adesso l’acqua sorgiva, che sta compromettendo la statica del tunnel, risale anche sulle pareti dell’area monumentale del Molosiglio. Sono evidenti trasudazioni sotto Palazzo Reale, sul Bastione vicereale e addirittura sul Maschio Angioino. Il crollo di Palazzo Guevara alla riviera di Chiaia dovrebbe averci insegnato qualcosa. Lì la fragilità del sottosuolo dovuta alla vicinanza alla costa e la presenza di sorgenti di acqua ha contribuito a quella che è stata una tragedia sfiorata». Nessun allarmismo, ma massima attenzione per una situazione in evoluzione che del tutto normale non è.
«Basta toccare i muri di questi monumenti — prosegue Antonio Pariante — per constatare che sono bagnati. Gettare tonnellate di cemento nel sottosuolo per permettere la realizzazione della metropolitana ha, probabilmente, compromesso l’equilibrio di una zona delicata, a ridosso del mare: lì persistono sorgenti sotterranee di cui si conosceva l’esistenza. Come nel caso dell’acqua zurfegna che ha proprietà organolettiche uniche ed è particolarmente gassosa, e che ultimamente è tornata a sgorgare in alcuni punti. Un fiume lo puoi deviare, non lo puoi fermare, nella nostra città sta succedendo questo, che le acque del sottosuolo non potendo più scorrere liberamente per la presenza di tunnel in cemento armato, iniziano a risalire a cercare strade alternative per continuare a vivere. Da tempo, anche con il geologo Riccardo Caniparoli, diciamo che questo tratto di trasporto su ferro forse non era necessario per la nostra città, che avrebbe compromesso l’equilibrio di alcune zone, già di per sé molto fragili. Non possiamo sottovalutare l’esperienza di Arco Mirelli e nemmeno ignorare i segnali che arrivano dai marciapiedi saltati a via Cesario Console, della galleria Vittoria con problemi di statica e delle evidenti infiltrazioni sui monumenti a ridosso del Molosiglio. Registriamo problemi in superficie in diverse zone della città dove si lavoro nel sottosuolo, è arrivato il momento di fermarsi e di prendere coscienza di quello che sta succedendo».
Un monito severo lanciato già alcuni mesi fa in occasione della realizzazione delle griglie di piazza del Plebiscito, funzionali, sempre, al completamento della nuova linea della metropolitana. Anche in quel caso l’attenzione degli attivisti e degli esperti dei Comitati e delle associazioni, ricadde sulla presenza di falde e sorgenti sotterranee chiuse o deviate per favorire la costruzione di nuovi tratti della metro. «Stanno scavando in zone troppo delicate — prosegue il rappresentante del Comitato Portosalvo — e prima o poi potrebbe succedere quello che nessuno si augura. Naturalmente speriamo di sbagliarci, ma abbiamo il dovere, innanzitutto come cittadini, di essere custodi della nostra Napoli e di evidenziare possibili problemi e magari evitarli. Lo diciamo a gran voce da tempo, anche insieme ad altre realtà come le Assise di Palazzo Marigliano, ora lo rilanciamo. Siamo ancora in tempo per intervenire e magari evitare ulteriori crolli». |