Firenze. Il grande affresco di Vagnetti dall’ex Comunale al Maggio Lorenzo Sarra Corriere Fiorentino - 9/2/2021
La gru cala il grande affresco del pittore fiorentino Gianni Vagnetti, Paesaggio con natura morta e strumenti musical i (1937) in quella che sarà la sua nuova «casa» del Parco della Musica, dopo quasi 84 anni a decorare le mura dell’ex Teatro Comunale di Corso Italia. La preziosa opera, per il trasferimento, è stata posta su due supporti in vetro resina da 3,4 metri per 2,40 e da 3,4 metri per 7,20.
Una maxi operazione voluta fortemente da Palazzo Vecchio: «Portare l’opera del pittore Gianni Vagnetti al Maggio Musicale è un piacere — dice l’assessore alla cultura, Tommaso Sacchi — Si conferma che il nuovo polo è un luogo attrattore a 360 gradi: non solo per la musica, ma anche per l’aspetto artistico visivo». Una soddisfazione anche per l’architetto Francesco Bandini — accademico d’onore ed ex docente alla facoltà di architettura di Firenze — che dal 2012 si batte proprio per la tutela delle opere d’arte passate dal vecchio Teatro e ora custodite in parte nei magazzini del Comune: «Oltre ai mascheroni esterni di Mario Moschi –— raccontava settimane fa Bandini, riferendosi allo scultore già autore della fontana dei puttini in piazza Vasari — c’è all’interno della struttura un importante affresco di Gianni Vagnetti: questo silenzio sul suo destino, benché l’opera sia soggetta a vincolo, mi preoccupa...». La salvaguardia auspicata da Bandini — e dall’associazione culturale Gruppo Donatello, di cui è socio emerito — non si limita però alla pittura murale di Vagnetti. In una lunga lista, ecco difatti elencati bassorilievi, disegni per scene e costumi, progetti, bozzetti, modellini e scenografie che «raccontano» la storia del Maggio Musicale in Corso Italia. Tra gli autori delle opere: Pietro Annigoni, Antonio Bueno, Giovanni Colacicchi, Giorgio de Chirico, Bruno Innocenti, Renato Guttuso, Silvio Loffredo, Toti Scialoja e Mario Sironi. La speranza del Gruppo Donatello sarebbe quella di vedere realizzato all’interno dell’attuale Parco della Musica un museo permanente, con le opere tutt’ora giacenti in archivio.
«Non escludo questa possibilità — spiega Sacchi — ma lo valuteremo a tempo debito». Dalle Belle arti stesse sensazioni: sarebbe infatti allo studio un progetto di riallestimento dell’auditorium. Tra le iniziative, che potrebbero concretizzarsi a fine 2021, l’installazione dei calchi di Bruno Innocenti, che ornavano il boccascena dell’ex Teatro Comunale, e quella dei lampadari di Scarpa/Venini, presenti nel vecchio foyer. L’iter per permettere il trasporto dell’affresco di Vagnetti è stato complesso, come ricorda lo stesso assessorato alla cultura: «Nel 2018 il Servizio Belle Arti del Comune — dopo un approfondimento sulla fattibilità tecnica del distacco delle opere dalle murature, tra cui il fondamentale contributo scientifico dell’Opificio delle Pietre Dure — richiedeva il nulla osta alla Soprintendenza competente».
Finita qui? Macché. Prima un iniziale diniego, poi — a fronte di un ulteriore studio del Ministero per i beni culturali — la definitiva autorizzazione. E siamo già al febbraio 2020: «Nel frattempo, era stato studiato per l’affresco la nuova collocazione: il loggiato di ingresso all’auditorium, mentre per i tre mascheroni di Moschi si è pensato al foyer alto della sala sinfonica». Le opere di restauro e distacco dell’affresco si sono concluse nell’agosto 2020 e a novembre quelle di asportazione dei tre mascheroni. Il ricollocamento del dipinto murale, dopo il trasloco completato ieri, è programmato per oggi. Tutti i beni mobili di interesse culturale una volta contenuti all’ex Teatro Comunale — destinato a trasformarsi in un complesso di 160 appartamenti di lusso — sono stati esplicitamente esclusi dal passaggio di proprietà del 2013. |