Verona. I primi 42 visitatori nei musei che riaprono. «Non era scontato» Camilla Bertoni Corriere di Verona - 3/2/2021
Tra i primi a entrare una nonna con il suo nipotino e due studenti francesi dello Iuav di Venezia: il Museo di Castelvecchio, insieme alla Galleria d’Arte Moderna Achille Forti, al Museo di Storia Naturale e alla Casa di Giulietta, hanno riaperto le porte ieri dopo i tre mesi di chiusura imposti dall’emergenza Covid e grazie al cambio di colore per la regione Veneto promossa a gialla da lunedì.
Mentre l’Arena resta chiusa al pubblico per motivazioni legate al cantiere di restauro avviato a novembre scorso, per altri musei veronesi, Maffeiano, Archeologico, Cavalcaselle alla Tomba di Giulietta, si dovrà purtroppo aspettare che siano riparati i danni provocati dalla tempesta di fine agosto, interventi per i quali è stato privilegiato il museo di Castelvecchio. Perché, se non fosse bastato il Covid19, quell’evento metereologico straordinario ha dato il colpo di grazia alla già martoriata stagione della cultura veronese. Ma il sindaco Federico Sboarina e l’assessore Francesca Briani, insieme alla direttrice dei Musei Civici Francesca Rossi, hanno rimarcato ieri che «la cultura a Verona è viva».
La riapertura dei musei, come da Dpcm, sarà parziale, dal lunedì al venerdì dalle 11 alle 17 (9-18 per la Casa di Giulietta), orari che non consentiranno certo l’accesso a un vasto pubblico, considerato anche che le gite scolastiche sono sospese. «Il mio appello – ha detto – è che insieme ai musei possano riaprire cinema e teatri, anche il sabato, almeno il pomeriggio, nel rispetto dei protocolli di sicurezza». Sboarina ha sottolineato l’impegno a riaprire dal primo giorno utile «grazie al lavoro svolto nei mesi precedenti per arrivare a un risultato non scontato». I musei restano chiusi a Venezia per esempio, così è anche per realtà private come il Museo Nicolis di Villafranca o la Casa Museo Maffei di piazza Erbe.
I quarantadue coraggiosi che hanno varcato ieri le soglie dei musei veronesi hanno potuto apprezzare per primi le novità: l’«Autoritratto» di Antonio Badile, donato da Ida De Stefani, è stato messo in relazione con i dipinti di Paolo Veronese, suo allievo, mentre ha fatto il suo ingresso nella stessa sala anche un dipinto di Francesco Caroto («La Verità figlia del Tempo») di cui è stata annunciata la mostra che si andrà ad aprire in novembre. Altre novità legate a donazioni restano al momento non visibili: l’ala della reggia di Castelvecchio è ancora chiusa al pubblico (il biglietto è infatti ridotto) a causa della presenza dei ponteggi e dei lavori in corso per il ripristino delle coperture danneggiate dalla grandine. Tra le sorprese, c’è anche un nuovo dipinto alla Casa di Giulietta e il ritorno dell’arte contemporanea alla Gam con una sala dedicata e la mostra «Contemporaneo non-stop, il respiro della natura», mentre la mostra dedicata a Ugo Zannoni è stata prorogata. E intanto si pensa ai progetti del futuro con il Recovery Fund. |