Roma. Raimo: «Sono belle le scritte sui muri» Flavia Fiorentino Corriere della Sera - Roma 7/2/2021
Degrado e decoro per lui non sono concetti contrapposti: «È un non tema - spiega Christian Raimo, assessore alla Cultura del Municipio III - di fronte a un muro grigio e pulito preferisco un muro pieno di scritte ma che renda la città viva».
Con un post apparso ieri mattina su Facebook, in cui si chiedeva «Cos’è una città senza scritte?», l’assessore e scrittore quarantacinquenne sapeva bene di aprire un dibattito su manutenzione e uso degli spazi comuni, a lui caro da sempre: «Roma si è liberata dal papato con i versi del Belli o con le pasquinate, battute corrosive quando il teatro era vietato. Si enunciavano nelle strade e nelle piazze: ancora oggi le scritte sono la voce della gente e non credo che l’unica strada per affrontare questo tipo di espressività siano le sanzioni, il Daspo e un regime di polizia».
Raimo ci tiene però a puntualizzare che dipende anche dal tipo di messaggio che viene veicolato: «Se sono scritte contro i rom o inneggianti al fascismo non piacciono nemmeno a me — sottolinea — ma dobbiamo chiederci se vogliamo una città viva o spenta. A me piacciono le città molto segnate, con i muri parlanti e quello dei writer è diventato un argomento mondiale che va da New York a Pechino alla Spagna. Ormai è parte dell’arte contemporanea. Se Banksy non avesse infranto qualche regola non sarebbe mai diventato l’artista che è oggi».
Quindi liberalizzazione di tutte le scritte ? «Certo, ci sono anche persone a cui non piacciono i murales. Ma quando un ragazzino sporca un muro appena risistemato da un anziano, invece di una sanzione preferirei che al “colpevole” si offra un corso di educazione artistica per affinare la sua sensibilità estetica». Tornando invece sul decoro, Raimo ritiene «molto più decoroso che un homeless abbia un tetto sopra la testa piuttosto che passare liberamente sotto i portici di piazza Vittorio», riferendosi alla polemica sulla diffida al Comune portata avanti da alcuni residenti tra cui il regista Paolo Sorrentino.
Il post sull'apprezzamento della street art ha infine un altro fronte non meno provocatorio: «Nel nostro municipio abbiamo 13 centri anziani e nessuna struttura, nessun luogo pensato per i più giovani. Ecco perché poi si vanno a fare le risse a piazza del Popolo. Per un ragazzino scrivere o disegnare qualcosa su un muro è anche un modo per prendersi un pezzetto di città». |