Campania. La strada del ‘600 torna sottoterra Marco Molino Corriere del Mezzogiorno - Campania 4/2/2021
Prima il clamore per la testimonianza storica tornata alla luce. Poi i riflettori si spengono e prevale il degrado. Infine il mesto ritorno sottoterra. Questa l’emblematica parabola che ha caratterizzato, in poco più di sei mesi, la breve rinascita del tratto di strada seicentesco rinvenuto nel giugno dell’anno scorso durante un intervento di riqualificazione di via San Nicola al Nilo nei decumani.
Nonostante i progetti di valorizzazione, le associazioni hanno più volte segnalato che il sito stava diventando una discarica. Ma l’unica soluzione trovata per tutelare l’integrità dell’antica struttura, è stata quella di richiudere lo scavo, quasi un’implicita ammissione che l’unico modo di difendere il patrimonio, è di nasconderlo.
«Dalla scoperta alla richiusura, passando per l’esperienza dei rifiuti», commenta amaramente Antonio Pariante del Comitato di Portosalvo. «Splendore e decadenza della nostra storia sono tristemente sintetizzati in questo incredibile episodio». Eppure il rinvenimento aveva suscitato l’entusiasmo degli esperti e di tutti gli appassionati di storia della città millenaria. In un primo momento, si era pensato ad un percorso di epoca greco-romana. «Si tratta in realtà – aveva precisato il soprintendente Luigi La Rocca in una nota inviata al nostro giornale – di un tratto di strada databile tra il XVI e il XVII secolo realizzato in laterizi posti a spina di pesce, tecnica molto diffusa a Napoli nel corso del ‘600, come testimoniato da altri rinvenimenti nel centro storico».
Purtroppo, nonostante il promesso recupero, gli interventi sembrano essersi arrestati in quei primi giorni d’estate. Buste, bottiglie di plastica, uno sgabello fatto a pezzi, residui di cibo marcito hanno velocemente riempito lo scavo archeologico malamente protetto con una sgangherata transenna. «Era urgente ripristinare il presidio del sito per scongiurare anche i possibili furti dei preziosi mattoncini», spiega Giuseppe Serroni dell’associazione I Sedili di Napoli.
«Abbiamo mostrato lo sfascio anche all’avvocato Elena Coccia, delegata della Città Metropolitana alla cura del patrimonio Unesco, affinché potesse rendersi conto della situazione e sollecitare le istituzioni ad intervenire». Ora il Comune, per correre ai ripari, ha pensato bene di ricoprire con uno spesso strato di terra il selciato seicentesco. Una forma di tutela buona, forse, per i posteri. |