Firenze. Risplendono i colori delle lunette danneggiate dall’Alluvione Edoardo Semmola Corriere Fiorentino - 19/2/2021
Erano sei tra le più danneggiate dall’Alluvione delle 52 lunette di cui si compone il ciclo di affreschi sulla vita di San Domenico nel chiostro grande di Santa Maria Novella. Ora, dopo oltre mezzo secolo dai danni provocati dal fango, sono tornate al loro posto, ripulite, restaurate, e con una nuova illuminazione. Sono le lunette del lato orientale del chiostro, con nel mezzo i cinque ritratti di monaci domenicani nella volta a crociera sotto i capitelli, e la prima d’angolo del lato sud con scene della vita di Cristo. Uno dei simboli più rappresentativi della pittura della Controriforma. A portare a temine i lavori nel chiostro che fu edificato tra il 1340 e il 1360, è stato il Consorzio Edile Restauratori sotto la direzione dei servizi tecnici e belle arti di Palazzo Vecchio, grazie al finanziamento della società Rigoni di Asiago insieme a Fondaco nell’ambito del progetto «Florence I Care» che da dieci anni cerca sponsor per interventi di restauro su beni culturali cittadini. Mentre il nuovo impianto illuminotecnico è stato realizzato da Enel X.
Di interventi di restauro ce ne erano stati diversi, ma tra correnti d’aria e polveri, sulle superfici pittoriche si sono accumulate negli anni molte sostanze inquinanti che hanno provocato una progressiva perdita di colore e problemi alle stuccature, macchie scure dovute alla colla e attacco di microorganismi. I restauratori hanno consolidato la superficie pittorica, rimosso le vecchie stuccature e messo in sicurezza l’intonaco da nuove cadute.
Si tratta di un altro tassello di quel mosaico che vedrà il complesso di Santa Maria Novella sempre più protagonista dell’offerta culturale cittadina. Perché «al centro da alcuni anni di un vasto progetto di valorizzazione e recupero di spazi» come sottolinea l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi. E ringrazia lo sponsor Rigoni «che ha creduto nel restauro che assume ancora più valore in un momento così difficile e incerto per tutto il comparto culturale: anche se i nostri musei sono in questo momento chiusi non cessiamo di lavorare per la loro cura e la loro tutela, in attesa di tornare ad accogliere di nuovo quanto prima e in sicurezza i visitatori».
Quello di Rigoni è un «viaggio» nella valorizzazione dei beni storico-artistici che hanno ribattezzato «La natura nel cuore di» partito sei anni fa da Milano e che ha già visto la società operare a Venezia, Roma e Mater a. |