Firenze. Il Cristo di Francesco da Sangallo potrà essere ammirato da tutti R.C. Corriere Fiorentino - 18/2/2021
Il Crocifisso ligneo scolpito da Francesco da Sangallo tra il 1515 e il 1520 per l’Ospedale di Santa Maria Nuova diventerà parte integrante del percorso museale dell’ospedale fiorentino. Fino a ieri si trovava nei depositi blindati dove era stato sistemato nel 2009 subito dopo il restauro e da lì non era più uscito tranne che per una mostra nel 2013 a Pontassieve. In legno policromo, il Crocifisso è alto 184 centimetri, largo 178 e verrà collocato sulla parete di sinistra del Salone Martino V, accanto ad un altro Cristo, dipinto su tavola sagomata da un ignoto pittore toscano nel XIV secolo, e davanti a La Resurrezione , affresco di Niccolò di Pietro Gerini (1385), staccato dalla parete della corsia degli uomini. Ieri sono iniziate le prime operazioni di movimentazione e data la delicatezza dell’opera ci vorrà circa una settimana prima che possa essere vista da tutti. Prima di essere affissa alla parete, la scultura a grandezza naturale dovrà infatti stabilizzarsi e adattarsi alle nuove temperature; verrà poi analizzata accuratamente e a prendersene cura, sotto la direzione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e per le province di Pistoia e Prato, è Anna Fulimeni che nel 2009 si occupò del suo restauro. «È un’opera magnifica, di enorme valore artistico — dice Giancarlo Landini, presidente della Fondazione Santa Maria Nuova Onlus che ha promosso la revisione del restauro e la ricollocazione dell’opera — Siamo orgogliosi di aver dato il via alle operazioni necessarie per farla tornare negli spazi pubblici dell’ospedale, con una collocazione che la valorizza, la contestualizza e la protegge dal tempo. Dal 2016, anno in cui è stata inaugurata la musealizzazione di alcune aree di Santa Maria Nuova, la Fondazione è impegnata sul fronte del recupero dell’immenso patrimonio artistico dell’istituzione. Un patrimonio che racconta la storia dell’ospedale, ma anche della città e dei suoi artisti. A noi spetta il compito di tutelarlo e di renderlo fruibile». Negli anni in cui realizzò l’opera Francesco da Sangallo frequentava l’ospedale, e non era l’unico artista, perché agli artisti era data la possibilità di studiare il corpo umano molto da vicino. Secondo Esther Diana, responsabile Settore Biblioteca, Ricerca e Editoria della Fondazione Santa Maria Nuova Onlus, «anche Francesco da Sangallo, come Leonardo da Vinci deve aver passato molte ore qui, a studiare. E la perfezione dei dettagli anatomici di questo Crocifisso ne è la dimostrazione». |