Napoli. Una lastra per la strada del Seicento Marco Molino Corriere del Mezzogiorno - Campania 20/2/2021
Passeggiare tra i Decumani tracciati dai coloni greci e nel contempo ammirare un tratto di strada del XVII secolo, magari protetto da un cristallo. Un nuovo, ulteriore cortocircuito tra le epoche potrebbe presto concretizzarsi in vico San Nicola a Nilo. Grazie all’intervento dell’azienda Optima.
Il progetto è quello del recupero del tratto di strada seicentesco rinvenuto nel giugno dell’anno scorso durante un intervento di riqualificazione di quell’area. Nonostante l’entusiasmo iniziale degli esperti per il ritrovamento dell’antica strada, il sito si era rapidamente trasformato in una discarica a cielo aperto — come prontamente testimoniato dalla campagna con foto e reportage condotta proprio dal Corriere del Mezzogiorno. Tanto da “costringere” il Comune di Napoli a ricoprirlo di nuovo con uno spesso strato di terra.
Ma un progetto lanciato in sinergia tra privati e associazioni — e innescato proprio dalla denuncia di questo quotidiano — potrebbe consentire alla strada seicentesca di tornare degnamente alla luce. «Ci ha molto colpito l’appello presente sul suo giornale, che denunciava il mancato recupero del reperto». Comincia così la lettera che i responsabili di Optima, società del settore energia e telecomunicazione, hanno inviato al direttore Enzo d’Errico per annunciare l’intenzione di proporsi come sponsor tecnico «per far sì che almeno una parte di quell’antica strada possa essere resa visibile ai cittadini partenopei e ai turisti». Gaetano Brancaccio della rete di associazioni civiche «Insieme per Napoli» è convinto che questa opportunità non debba essere sprecata. «Abbiamo subito condiviso e sostento l’iniziativa di Optima — afferma — perché la collaborazione attiva tra imprese e associazioni impegnate per la tutela del patrimonio storico e culturale può superare tanti ostacoli burocratici. È una forma di sponsorizzazione evoluta che accompagniamo di concerto con il Comitato di Portosalvo».
Due le idee di recupero sul tappeto, da sottoporre ovviamente alla verifica della Soprintendenza guidata da Luigi la Rocca. La prima prevede di lasciare a vista una porzione dell’antica strada a spina di pesce protetta con una solida copertura di cristallo. In alternativa, dovrebbe rimanere completamente all’aperto la porzione dissotterrata, da tutelare e valorizzare con una recinzione. In questo caso, però, persisterebbe il rischio che i rifiuti facciano nuovamente capolino. Le diverse ipotesi saranno comunque valutate coinvolgendo anche la Municipalità. «L’importante — conclude Brancaccio — è che torni alla luce un bene che invece rischia di finire nell’oblio. sarebbe la prima operazione di questo tipo dall’inizio della crisi sanitaria, per rilanciare la tutela della nostra storia in attesa del ritorno dei turisti». |