Venezia. Tre Oci, il cda dà mandato di approfondire le proposte Mo.Zi. Corriere del Veneto, Venezia e Mestre 20/2/2021
Vendita della Casa dei Tre Oci alla Giudecca, Fondazione di Venezia pretende le carte dai due possibili acquirenti. Non bastano rendering, ipotesi progettuali e suggestive presentazioni dei professionisti a far propendere la scelta per l’idea di residenza d’artista del magnate francese Stéphane Courbit, che mette sul piatto dieci milioni di euro, o per scegliere il californiano Berggruen Institute che potrebbe realizzare lì la sua unica sede europea e che a novembre ha messo sul tavolo la sua proposta da 8 milioni di euro. Il consiglio d’amministrazione di Fondazione ieri ha dato mandato al presidente Michele Bugliesi di chiedere dettagliata documentazione ai due pretendenti, con progetti d’uso nero su bianco, prima di decidere a chi vendere l’iconico edificio diventato casa della fotografia e mantenere l’impegno a conservare la mission di valorizzare cultura, ricerca, formazione. Comunque vada pare resti confermata l’inaugurazione del 12 marzo della mostra dedicata a Mario De Biasi, con scatti del celebre fotografo bellunese che raccontano l’Italia dal 1947 al 2003. «Certo è che Fondazione non venderà a chi ha intenzione di fare alberghi», scandisce il consigliere d’amministrazione Vincenzo Marinese. Lo ha deciso il Consiglio Generale nei mesi scorsi: si vende o si affida a fondi immobiliari non per ripianare le perdite da oltre 6 milioni di euro di M9, perché per quelle i soldi ci sono. Ma per smobilizzare un patrimonio immobiliare di ingente valore e investire i soldi in beneficenza dopo troppi anni di vacche magre. Courbit è al vertice di un gruppo che spazia dalle produzioni di show televisivi (Banijay Entertainment è la casa madre di Masterchef) a società per scommesse e gioco del poker online passando per i cinque hotel di lusso in Francia di Airelles e il suo progetto di casa-atelier d’artista segue la scia di quanto ha intenzione di fare Anish Kapoor con Palazzo Manfrin, sontuosa dimora sul rio di Cannaregio acquistata come dimora e anche sede espositiva per le sue opere e quelle di giovani artisti. Da una parte i 10 milioni e la fama di spericolato del magnate francese, dall’altro gli 8 milioni della fondazione americana che ogni anno mette in palio un premio da un milione di euro per la cultura, la filosofia e il sociale e che non ha una sede e un’organizzazione in Europa. Non è escluso che tra i due litiganti se ne insinui un terzo. |