Napoli. Quel concerto davanti alle Sette opere di misericordia Vincenzo Esposito Corriere del Mezzogiorno - Campania 27/2/2021
Musica pop o neomelodica con «contorno» di capolavoro del Caravaggio. Prima del video girato da Andrea Sannino nel museo di Capodimonte c’è stato un precedente passato totalmente inosservato e accaduto alcuni mesi fa (14 per la precisione) davanti all’opera forse più famosa di Michelangelo Merisi: «Sette opere di misericordia».
La sera del 13 dicembre 2019 al Pio Monte furono di scena Gnut&Sollo , una «full band» che si esibì, come recitava allora la locandina, in «L’orso ‘nnammurato». Non sappiamo quale fu l’afflusso di pubblico, né il contenuto canoro e musicale dello spettacolo. Sappiamo però che vennero usati strumenti, microfoni e che l’opera di Caravaggio era a pochi metri di distanza. Sicuramente non ci fu la diffusione mediatica dell’evento e tutto passò inosservato.
Capodimonte è un museo pubblico, il Pio monte della Misericordia un sito privato. Ma al di là di questo la domanda di base resta sempre la stessa: «Sarebbe opportuno — spiega Antonio Pariante del Comitato Portosalvo — conoscere i criteri e la procedura delle concessioni che giustificano le due esperienze per fare finalmente chiarezza sui metodi, sulla convenienza, e sulla opportunità di queste singolari performance artistiche e culturali». Nessun intento polemico, ovviamente, ma soltanto una richiesta di chiarezza sui metodi da seguire.
E Libero De Cunzo, figlio del sovrintendente Mario De Cunzo, che durante la sua esperienza portò Napoli ad ottenere il riconoscimento Unesco nel 1995, spiega: «Il punto è se si può concedere il ponte Vecchio a Ferrari e Fiat. Oppure se si possono fare feste, convegni e banchetti nei musei o nelle sedi storiche. Insomma se si può fare marketing o cassa sfruttando un capolavoro».
Sulla vicenda del video di Sannino a Capodimonte portata alla ribalta dal Corriere del Mezzogiorno sono intervenuti molti intellettuali.
Come Ernesto Galli della Loggia. «È patetico — ha detto — mi chiameranno snob? Pazienza. Lo snobismo in certi casi resta l’unica difesa». Lo storico ed editorialista del Corriere della Sera ha aggiunto la sua voce a quella di Tomaso Montanari, Nicola Spinosa e Mimmo Paladino, che hanno giudicato severamente l’esibizione del cantante tra i capolavori di Caravaggio e Tiziano. «Lo chiarisce il Codice dei Beni culturali: i beni non si possono usare per fini incompatibili con il loro carattere storico artistico» ha dichiarato Montanari al Corriere del Mezzogiorno .
Dello stesso parere, appunto, Galli della Loggia: «È un’insulsaggine, per la precisione. Non perché il cantante sia stonato, anzi. Ma perché c’è un’abissale differenza con il contesto. Appare chiaro che tra la canzone e il museo non c’è alcuna connessione». |