Beni culturali, tra dibattiti e (poche) riforme Alessandro Martini Il Giornale dell'arte 15/11/2002
Silvia Dell’Orso racconta come e quanto i temi della gestione dei beni culturali in Italia siano diventati comportamenti politici.
Le vicende, entusiasmanti e più spesso dolenti, del patrimonio nazionale nelle sue diverse manifestazioni e implicazioni sono le protagoniste di un’indagine di taglio giornalistico al tempo stesso approfondita e ricca di dati e riferimenti aggiornati, e di lettura godibilissima. Al dibattito culturale, teorico e spesso dotto, su cosa debba intendersi per «bene» e «patrimonio», e quale significato debba questo assumere in relazione ai diversi concetti di tutela, valorizzazione, accessibilità al pubblico, e in rapporto a quello più ampio di «identità nazionale», il volume affianca e sovrappone considerazioni puntuali su episodi e casi emblematici fino alla più recente attualità, interviste dirette ai protagonisti, intuizioni e spunti innumerevoli di approfondimento e talvolta di critica. Senza mai perdere di vista il ruolo, spesso incerto ma sempre fondamentale, di quel Ministero per i Beni culturali e ambientali (oggi «per i Beni e le Attività culturali»), tra «riforme» e «riforme delle riforme», oggetto costante di pubblica discussione quando non di esplicite polemiche. L’indagine è a vastissimo raggio e, se trova spunto nel tema centrale dei musei, stretti tra il dibattito sulla «privatizzazione» e una perdita progressiva di obiettivi strategici e talvolta addirittura di identità (culturale e istituzionale), procede poi ben oltre, perché «non si può pensare, sottolinea Silvia Dell’Orso, che tutti problemi del patrimonio artistico italiano comincino e finiscano nel museo». E i temi toccati sono innumerevoli: dal ritardo cronico del progetto di catalogazione del patrimonio nazionale (obiettivo per cui era stato istituito l’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione, l’Iccd), al patrimonio ecclesiastico (per cui la Cei ha invece lanciato un intervento di censimento integrale dei beni mobili delle singole diocesi); dall’«inesauribile caveau di reperti archeologici» presenti nel sottosuolo del nostro paese alla minaccia continua dei furti sull’intero territorio (per cui si parla addirittura di «Supermarket Italia»); dalle mostre d’arte e il turismo culturale «indotto», alle risorse finanziarie, sempre carenti, destinate alla cultura (nel quadro di un rapporto pubblico-privato alla ricerca di una definizione). Fino ai nuovi strumenti normativi: segno, come opportunamente segnalato, di «un inedito interesse politico nei confronti del nostro patrimonio». Grande evidenza è riservata anche ai protagonisti, «vecchi e nuovi», del dibattito e della cronaca. Con, sullo sfondo dell’affresco, la questione critica della salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio italiano, tra danni ormai consolidati, l’aggressione di continui abusivismi e scempi in spregio alla normativa vigente, e la minaccia ricorrente di condoni prossimi venturi.
http://www.ilgiornaledellarte.com/news/article.asp?idart=3519
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