Patrimonio senza codice. Il ministro Urbani non convince le associazioni ambientaliste A. DI GE. Il Manifesto 27/11/2002
Giuliano Urbani non ha convinto con le sue assicurazioni l'associazione Bianchi Bandinelli, il Comitato per la bellezza e la Assotecnici. Quel codice che il ministro per i beni culturali - iperattivo negli ultimi tempi e pronto a risolvere tutti i mali del dicastero-Cenerentola con l'ingresso dei privati («gli italiani spendono in questo settore solo lo 0,17% del pil, dobbiamo fare un salto di qualità») - vuole inserire come «garanzia» dell'inalienabilità patrimonio artistico e ambientale non dissolve le perplessità. E le associazioni, chiamate a una tavola rotonda con Italia Nostra, WWf e Fai, hanno stilato un documento comune definendo «allarmante la distinzione tra tutela e concessione in gestione anche su beni di estrema importanza» perché - spiegano - «la legge in vigore può aprire la strada all'alienazione dei beni di rilevante interesse culturale». E le nuove norme di garanzia tardano ad apparire sulla carta. Inoltre, «le operazioni di vendita che riguardano palazzi, colonie marine o terreni confermano la tendenza a escludere dall'attenzione il contesto urbano, l'ambiente e il paesaggio». Lo scenario futuro è quello di un sovrintendente costretto a fare da «cane da guardia», controllore della tutela, senza più autonomia rispetto alla politica o alle imprese paganti. Ma alle preoccupazioni sollevate in merito al «conflitto di ruoli» Urbani ha risposto così (addirittura dalle pagine di un suo libro pubblicato con Mondadori): «I privati gestiscono i soldi sicuramente meglio dei burocrati». Tanto da poter produrre, in previsione, circa 5 miliardi di euro (10mila miliardi di vecchie lire) entro i prossimi 8 anni con la famosa «valorizzazione». A testimoniare che l'argomento è materia incandescente nell'agenda governativa, oggi, il presidente del consiglio Berlusconi e il ministro Tremonti presenzieranno alla conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa del Fai - il restauro dell'ottocentensca Villa Gregoriana di Tivoli, attualmente abbandonata - che riceverà la struttura in comodato e costituirà un comitato scientifico per i lavori. |