La Capitale scopre di essere un ‘giacimento culturale’. In arrivo una carta per visitare musei e siti archeologici Massimiliano Morelli Libero - Roma 3/12/2002
Sembra una vera e propria corsa all’oro, quella che sta riguardando in quest’ultimo periodo la Capitale. Consapevoli dei benefici economici - e non solo -che un briciolo di interesse riservato alla Città Eterna possano portare a chi ne disquisisce, i politici stanno facendo un tour de force per presenziare a eventi in cui si parli del futuro di Roma. Ieri mattina al Macro (Museo di Arte Contemporanea di Roma) per analizzare l’ennesima risorsa per l’economia romana c’erano tutti: dal Sindaco Veltroni alprofessor Elia Valori, Presidente dell’Unione Industriali di Roma; da Guglielmo Epifani, Segretario Generale della Cgil a una serie di Presidenti e Segretari di enti e associazioni più o meno legate alla crescita economica della Capitale. Questa volta, al centro delle attenzioni, i beni culturali. “Roma - ha spiegato Stefano Bianchi, Segretario Generale Cgil di Roma e Lazio – è diventato ormai indifferibile creare un sistema integrato nella gestione dei beni culturali da parte del Comune e dello stesso Ministero”. Logica conseguenza la creazione di uno strumento semplice e flessibile come una “card”, utilizzabile in più giornate, che consenta l’accesso a tutti i siti archeologici e museali, comunali e statali, che preveda una riduzione dei costi dei relativi biglietti, la possibilità di utilizzare i servizi per l’informazione e la mobilità, che faciliti l’acquisto di pubblicazioni multimediali specialistiche, che offra l’opportunità di partecipare a spettacoli e ad eventi culturali. Certo che, in un panorama economico politico come quello romano, l’idea della Cgil potrebbe anche apparire meritoria. E’ ovvio, che se venissero cassate dal progetto le “ipotesi propedeutiche” ,il “tavolo di concertazione” e le ovvie e di parte “intuizioni felici”, sicuramente il progetto-Roma espresso nell’ex fabbrica della Birreria Peroni potrebbe portare benefici anche immediati. Anomala, per certi versi, la posizione di Veltroni. O, a seconda dei ruoli e delle interpretazioni, quella del suo vice, Enrico Gasbarra, presente una settimana fa all’inaugurazione di Galathlon. Già, perchè mentre alla Fiera di Roma era stata delineata l’importanza dello sviluppo della Capitale attraverso il settore turistico, al Macro è stato invece sottolineato l’errore di chi pensa che l’unico settore che possa far crescere la città sia quello dell’accoglienza turistica. Se il sistema integrato evolvesse, in breve tempo, nella costruzione di un vero e proprio “distretto culturale”, a Roma si creerebbero opportunità di lavoro e di occupazione in più settori, è stato infatti annunciato. Vero, nulla da eccepire. Purchè dietro al marchio “Roma cult”, presentato come uno strumento identificativo che faccia sentire gli aderenti quasi come soci di un club esclusivo che produce qualità, non si nascondano i...”soliti noti”.
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