Sgarbi: 'Buona idea se la vendita è in blocco' a. b. Il Piccolo 03/12/2002
TRIESTE - Oltre duemila opere di artisti regionali contemporanei (viventi e non), acquistate nel corso dell’ultimo trentennio a concorsi e mostre che ricevettero il patrocinio pubblico. Eccolo il patrimonio artistico a disposizione della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia. Valore? Attualmente incalcolabile, nel senso che nessuno finora si è dato la briga di stimare la quotazione di mercato dei singoli quadri, grafiche, sculture, incisioni. Anzi: è solo da poco che si è riusciti a dare una dimensione numerica abbastanza precisa alla collezione, grazie alla paziente schedatura, ancora in corso, del Centro di catalogazione di Villa Manin. «Hanno proposto di vendere quei quadri per fare cassa? Non ci vedo nulla di male», è il commento di Vittorio Sgarbi nelle vesti di critico d’arte. Che sulla questione invita a «un cambio di mentalità» e a lasciare alle spalle «i falsi moralismi»: «Cerchiamo di convincerci: a volte il privato può fare del bene all’arte molto più del pubblico. Negli Usa - spiega Sgarbi - tutti i musei sono privati e funzionano meglio dei nostri. C’è un solo punto basilare da salvaguardare: l’integrità della collezione. Non è pensabile mettere all’asta i singoli pezzi; bisogna invece raccogliere il tutto in un unico lotto e individuare il privato adatto. Che so, un Benetton, un Berlusconi, una Fondazione Guggenheim, che acquisti tutto in blocco per poi darlo in fruizione alla gente». Per quanto riguarda i tempi necessari a stimare le opere della collezione regionale, Sgarbi non ha dubbi: «Ci posso pensare io. Duemila quadri? Ve li stimo in un giorno e mezzo, al massimo due. Se davvero c’è la volontà di vendere a un privato qualificato la cosa si può fare al volo». Più difficile, come detto, stabilire il «prezzo» del patrimonio, ora sparpagliato sulle pareti degli uffici e delle sale delle varie sedi territoriali della Regione e radunato sporadicamente in occasione di alcune mostre a tema in sedi istituzionali (per esempio il Consiglio regionale). Tra le duemila opere i pezzi pregiati non mancano, ma non sono nemmeno moltissimi. Sgarbi accenna ad alcuni quadri di Giuseppe Zigaina («che possono valere tranquillamente 50, 100 mila e più euro»), di Luigi Spacal, di Anton Zoran Music. Vanno segnalati senz’altro anche alcuni dipinti di Giorgio Celiberti, Fred Pittino, Enrico Decilia, Renzo Tubaro e dei fratelli Afro e Mirco Basaldella. |