Sono legge le società per valorizzare il patrimonio Cristina Missiroli L’Opinione delle libertà on line 17/05/2002
Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti portano a casa un gran risultato. La Camera ha convertito in legge il decreto salva deficit, uno dei provvedimenti fondamentali per il riassetto dello stato, fortemente voluto del ministro per l’economia. Si tratta di una duplice operazione che influenzerà non poco le cifre del prossimo Dpef. E che, nelle intenzioni del governo, è destinata a rilanciare le opere pubbliche, utilizzando al meglio il patrimonio dello Stato. In parole povere, dalle costole della Cassa depositi e prestiti nasceranno due società per azioni: la “Infrastrutture Spa” e la “Patrimonio di Stato Spa”, che dovrebbero rispettivamente finanziare extra-bilancio le grandi opere pubbliche e gestire con migliori risultati il vastissimo patrimonio pubblico oggi inutilizzato. "Più che una riforma è una vera rivoluzione della concezione del patrimonio dello Stato e delle infrastrutture", ha spiegato con entusiasmo Giancarlo Giorgetti, presidente della commissione Bilancio. “Con la nascita della Patrimonio Spa - prosegue Giorgetti - l'enorme patrimonio dello Stato che ora annega negli sprechi verrà messo a reddito mentre Infrastrutture Spa farà da volano finanziario per sostenere le spese di investimento pubblico”. Infrastrutture spa fornirà infatti risorse finanziarie complementari a quelle rese disponibili dal settore privato, concedendo prestiti e garanzie con finanziamenti a lungo termine e a tasso fisso a diverse scadenze. Secondo il ministero dell'Economia, si registreranno così effetti positivi per la finanza pubblica, con la riduzione dei contributi pubblici a fondo perduto e la disintermediazione del bilancio pubblico. Patrimonio Spa e Infrastrutture Spa costituiscono infatti la via escogitata da Tremonti per “sdemanializzare” il patrimonio dello Stato. Presto, oltre ai Bot, si aprirà un’alternativa all’investimento dei risparmiatori in titoli di debito emessi dalla società del Patrimonio. L’iter parlamentare che ha portato alla conversione del decreto non è stato particolarmente burrascoso. Anche se forti critiche sono giunte dai banchi dell'opposizione che ha presentato oltre 100 proposte di modifica. Diversi gli emendamenti, sottoscritti da Verdi, Democratici di sinistra e da Rifondazione Comunista, che puntavano alla pura e semplice soppressione della norma. Laura Pennacchi (DS), ha richiamato in Aula le perplessità espresse dalla Corte dei Conti in una recente audizione, Carlo Carli (anche egli diessino) il rischio di una svendita del patrimonio artistico italiano, "un patrimonio - ha detto - che l'umanità ci invidia". Seguito a ruota anche da Teodoro Buontempo di An che paventava la vendita a MacDonald’s del For Italiaco. Alla fine il governo ha accolto un emendamento dei DS destinato a specificare che non cambiano requisiti e finalità dello Stato spa. Ciò al fine di fugare le perplessità di chi ha paventato che, con questo provvedimento, si aprisse la possibilità della cessione di beni pubblici come la Fontana di Trevi o il Colosseo. Angelino Alfano, relatore in Aula per la quinta Commissione, ha cercato di rassicurare i colleghi. “La società Patrimonio dello Stato Spa - ha spiegato - nasce da un'idea sempre presente ed ormai affermatasi nel settore privato, ma mai compiutamente realizzata per quanto riguarda lo Stato. Molti soggetti privati hanno da tempo costituito soggetti specializzati e focalizzati nella valorizzazione del patrimonio; nello Stato queste finalità non sono svolte in modo adeguato a fronte di un debito pubblico che genera oneri finanziari di mercato, mentre l'attivo non genera proventi adeguati, anzi in molti casi il rendimento netto della gestione di questi beni è negativa, vale a dire che lo Stato spende più rispetto a quanto riesce ad incassare nella gestione di questi beni. In molti casi, inoltre, manca perfino un'idea chiara della dimensione dell'attivo a disposizione. La costituzione di un soggetto specializzato nella valorizzazione di attivi materiali e immateriali dello Stato potrà costituire un'opportunità per raggiungere un duplice obiettivo: ottenere un maggiore rendimento per lo Stato, con rilevanti benefici per la finanza pubblica e rendere più trasparente la gestione di molti asset. Si tratta, quindi, di incrementare i proventi ottenibili dalla gestione di questi beni e di promuovere una migliore gestione degli stessi a monte del processo, con l'effetto indiretto di promuovere una rapida azione di ricognizione del patrimonio di cui lo Stato è proprietario”. Vinta la battaglia in parlamento, Tremonti e Berlusconi, hanno incassato ieri un’altra vittoria significativa, con la nomina dell’attuale Ragioniere Generale dello Stato, Andrea Monorchio (che lascia il posto a Vittorio Grilli) alla guida della neonata “Infrastrutture SpA”. http://www.opinione.it/4.attualita/archivio_attualita/2002/13-05_19-05/17-05-02_missiroli.htm
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