L'Alba Fucens di Berlusconi Serena Giannico Il Manifesto 14/12/2002
L'Alba Fucens di Berlusconi Il sito archeologico abruzzese di Alba Fucens è il pezzo più importante della lista di beni culturali messi in vendita dal governo attraverso la «Patrimonio Spa» per rastrellare fondi da investire in autostrade e trafori. Ma la gente è indignata e non ci sta
Caserme, monumenti, sedi di municipi, uffici, scuole, giardini, musei, persino un cimitero. Sono 147 i beni del patrimonio pubblico che, in Abruzzo, il governo ha deciso di mettere in vendita per finanziare le grandi opere previste dalla Legge obiettivo. Sono disseminati in 51 comuni e classificati come demaniali: da essi il ministero per le infrastrutture intende ricavare 337 milioni di euro (729 miliardi delle vecchie lire). Tra tutti spicca il sito archeologico di Alba Fucens, nel comune di Massa d'Albe, in provincia dell'Aquila, dove oggi si svolgerà il sit-in di protesta promosso da Legambiente e a cui hanno aderito decine di Comuni, enti e associazioni. E' un insediamento romano del 303 avanti Cristo. Anfiteatro, terme, foro, basilica, santuario, mosaici, colonne e strade lastricate: l'antica città si può acquistare ad appena 40.615 euro (78 milioni delle vecchie lire), un vero saldo.
«Questo progetto è un'offesa» - afferma Mario Parlati, sindaco di Massa d'Albe. «Alba Fucens deve continuare ad essere il polo turistico-attrattivo e culturale del territorio. Essa richiama annualmente 70mila visitatori: è il sito archeologico più importante della regione, che ha già restituito un inestimabile patrimonio artistico, anche se solo parzialmente portato alla luce. Questo gioiello, incastonato nella propria realtà, deve essere valorizzato, molto più di quanto non sia adesso; non alienato. Per l'area della Marsica, dove il terremoto del 1915 ha cancellato quasi tutto il patrimonio storico, Alba costituisce anche un irrinunciabile pezzo della propria memoria. Ho scritto al presidente Ciampi - continua Parlati - e se proprio sarà necessario, piuttosto la comprerò io Alba Fucens, per regalarla al mio comune».
Nell'ultimo consiglio regionale è stata approvata anche una risoluzione urgente, nata dall'integrazione di due distinti provvedimenti presentati da Stefania Pezzopane (ds) ed Ezio Felli (Udeur) finalizzato ad impegnare la giunta regionale «a promuovere un'azione incisiva per impedire la svendita di Alba Fucens». «Così - dice Antonio Ricci, presidente regionale di Legambiente - rischiamo di perdere un pezzo preziosissimo della nostra storia e della natura per realizzare nuovo asfalto e cemento. Le meraviglie della regione cedute alla Patrimonio Spa in cambio del terzo traforo del Gran Sasso, inserito nella Legge obiettivo. Un popolo - aggiunge - riconosce la sua identità anche attraverso il proprio patrimonio pubblico. Ci sentiamo italiani perché siamo partecipi di vicende secolari che hanno disseminato lo stivale di una straordinaria ricchezza di chiese, monumenti, paesaggi unici al mondo. Darli via equivale a liberarsi non solo di un pezzo di Italia, ma anche di un po' della propria identità e del proprio senso di comunità. A nessun governo era venuta in mente un'idea del genere, neppure quando il paese era ben più povero di adesso. E' ancor più inaccettabile che si vendano le bellezze d'Italia per finanziare lavori di dubbia utilità (ponti, autostrade, gallerie, ecc.), spesso dannosi e inutili».
In provincia di Chieti gli immobili che saranno ceduti sono 36, valutati complessivamente 88 milioni di euro. Si va dal camposanto di Schiavi d'Abruzzo all'ex poligono di tiro di Lama dei Peligni, alla Torre dell'Acquedotto di Tollo, al supercarcere di Vasto, al museo di Chieti della villa comunale. Nel territorio di Pescara sono 48 stabili (dalla sede della Capitaneria di porto al Catasto, agli Uffici finanziari) per 101 milioni di euro. Nel Teramano sono 24, valutati 71 milioni di euro. All'Aquila e provincia saranno venduti 39 immobili, per 116 milioni e mezzo di euro.
«Stiamo assistendo - continua Ricci - ad un vero e proprio salto di qualità nell'attacco all'ambiente. Si tratta ormai di un affronto, di un tenace perseguire priorità che confliggono vistosamente col rispetto e la valorizzazione del territorio. Progetti di nuove strade fanno il paio con il terzo tunnel, così come megacentrali elettriche distribuite a piene mani qua e là senza nessun piano energetico si accompagnano alla proposta di vendita dell'acqua potabile alla Puglia.» |