II ministero dell'Economia smonta la polemica Marzio G. Mian Io Donna - settimanale del Corriere della Sera 14/12/2002
Un faro resterà un faro, l'isola protetta resterà l'approdo preferito degli uccelli migratori, un'area archeologica non diventerà un ipermercato. Questo in sostanza è ciò che sostiene il ministero dell'Economia, interpellato da lo donna riguardo alla preoccupazione, sollevata anche dalla stampa internazionale, che il piano di vendita dei beni demaniali possa trasformarsi in una svendita senza controlli. In via XX Settembre dicono che gli attuali vincoli di destinazione d'uso resteranno invariati, cioè un privato non potrà acquistare un bene per farci poi tutte le speculazioni che crede. «Una tempesta in un bicchiere d'acqua» definiscono la polemica scatenata anche da titoli a effetto del tipo «In vendita la torre di Pisa» come ha fatto Newsweek oppure, come la Frankfürter Allgemeine che ha annunciato «la calata dei talebani su Roma». Secondo il ministero il problema è che esiste un debito colossale e un attivo che non rende, migliaia di beni demaniali non utilizzati o utilizzati in modo antieconomico. Fanno l'esempio delle carceri. L'Italia è l'unico Paese europeo ad avere penitenziari nei centri storici, ingombranti per gli abitanti e invivibili per i detenuti. Per i beni di valore artistico, al ministero sostengono che l'operazione voluta da Giulio Tremonti porta allo scoperto il patrimonio culturale italiano che stando all'Unesco rappresenta quasi i due terzi di quello mondiale. I privati, fanno capire, possono far riemergere dagli scantinati ciò che lo Stato ha tenuto sepolto a lungo per mancanza di mezzi.
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