La strada da percorrere Giulia Maria Mozzoni Crespi Notiziario FAI, n. 85, dicembre 2002
È stato per amore di Verità che ho pensato di chiedere a cinque grandi esperti un incontro a Roma: l'ordinario di Diritto amministrativo all'ateneo di Bologna Marco Cammelli, il professar Sabino Cassese, il vice presidente del Senato Domenico Fisichella, l'ordinario di Diritto dell'Unione Europea Carlo Malinconico, il costituzionalista Giovanni Pitruzzella, l'avvocato Vittorio Ripa di Meana (che è anche vicepresidente del FAI) e Salvatore Settis, direttore della Normale di Pisa e autore del recente libro "Italia S.p.A. L’assalto al patrimonio culturale", edito da Einaudi. Si trattava di sollecitare il loro parere su quanto davvero implicherà la legge n. 112 del 15 giugno 2002. Quella che ha istituito la Patrimonio dello Stato Spa (per "la valorizzazione, gestione e alienazione del patrimonio dello Stato"), alla quale potrebbero essere trasferiti tutti i beni immobili facenti parte del patrimonio disponibile e indisponibile dello Stato, oltre ai beni demaniali, e che ha anche dato vita alla Infrastrutture Spa, il cui compito sarà proprio quello di vendere tali beni. Un argomento dibattuto e controverso su cui si scontrano pareri diametralmente opposti espressi da autorevoli interlocutori di ambo le parti. Il FAI ha sentito l'esigenza di esaminare in modo del tutto obiettivo questo provvedimento i cui effetti stanno particolarmente a cuore al mondo della cultura (e non soltanto a quello). Un bisogno di chiarezza determinato anche dalla necessita di stabilire una linea di comportamento cui adeguarsi nel rispondere alle sollecitazioni sempre più pressanti su argomenti culturali e ambientali e nelle dichiarazioni pubbliche a questo proposito. Da quell'incontro sono emersi due testi: una proposta di emendamento alla legge sopra ricordata e una mozione il cui obiettivo è di sollecitare la massima trasparenza in questa fase delicatissima in cui si sta revisionando tutta la normativa in materia di beni culturali e ambientali. Li pubblichiamo integralmente qui di seguito. Il "Corriere della Sera" ha dedicato un articolo alla nostra mozione, mentre finora tutto tace sul disegno di legge a proposito del quale non abbiamo avuto nessuna risposta dalle autorità governative. Cari amici, è in gioco una parte importante del nostro futuro, del turismo italiano e straniero, della nostra storia, delle nostre radici! Sembra incredibile che ci sia ancora chi non si rende conto di quanto siano preziosi e insostituibili questi paesaggi, questi monumenti che sono proprietà di tutti. Ma forse qualcosa sta cambiando nell'opinione pubblica. Ho appena appreso un dato sorprendente dall'Annuario statistico italiano: nel 2001 le visite a musei e mostre sono state del 28%, e del 28,2 % quelle a spettacoli sportivi. Non è confortante sapere che l'interesse per l'arte eguaglia l'interesse per lo sport? Coraggio amici del FAI, proseguiamo con vigore il nostro cammino! E ricordiamoci che più donazioni, più legati riceve il FAI e più aderenti lo sostengono con l’iscrizione, più particelle d'Italia possiamo salvare per il "Domani”.
L’emendamento
AL comma, 10 del decreto-legge 15 aprile 2002, n. 63, convertito con modificazioni dalla legge 15 luglio 2002, n. 112, il penultimo periodo da "il trasferimento" a "attività culturali" è così sostituito: «I beni culturali, ambientali e d'interesse naturalistico di proprietà dello Stato sono esclusi dal trasferimento alle società di cui all'art. 2, comma 1, del decreto-legge 25 settembre 2001, n. 351, convertito con modificazioni dalla legge 23 novembre 2001, n. 410. Detti beni possono essere trasferiti alla Patrimonio dello Stato s.p.a.. Detto trasferimento è disposto d'intesa con il Ministero per i beni culturali e ambientali e, quando degli stessi beni è vietata l'alienazione della proprietà o di altro diritto parziale dalla normativa che li riguarda, è consentito esclusivamente per finalità di gestione e valorizzazione sulla base di un dettagliato progetto reso preventivamente pubblico».
La mozione
II FAI-Fondo per l'ambiente italiano, a seguito di un approfondito incontro con Marco Cammelli, Sabino Cassese, Domenico Fisichella, Carlo Malinconico, Giovanni Pitruzzella, Vittorio Ripa di Meana e Salvatore Settis, chiede che nell'esercizio della delega per il riassetto e la codificazione in materia di beni culturali e ambientali disposta dall'art. 10 della l. 137/2002: 1. vengano rispettati i principi essenziali della tutela disposti nel 1939, sia pure arricchendoli alla luce degli sviluppi successivi; 2. sia assicurata la massima pubblicità agli studi e alle bozze di lavoro, consultando il Consiglio nazionale per i beni culturali (organo di consulenza tecnica del ministero), le organizzazioni private e pubbliche interessate alla tutela e alla valorizzazione beni culturali, nonché il mondo della cultura e gli studiosi, al fine di garantire la realizzazione dei principi essenziali di tutela; 3. sia assicurata all'amministrazione dei beni culturali la dotazione di risorse e la conservazione delle professionalità specifiche per l'assolvimento dei propri compiti, favorendo l'efficacia dell’amministrazione mediante la rifunzionalizzazione delle strutture e delle procedure; 4. sia data attuazione al nuovo titolo V della Costituzione, in modo da garantire il ruolo del sistema regionale e locale.
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