Uniti contro i vandali Ermete Realacci L'Unità 14/12/2002
Tra le persone civili e i vandali odierni nessun compromesso è possibile... è necessario combatterli duramente, apertamente, giorno per giorno, senza perdere una sola occasione. Era cocciuto Antonio Cederna e tenace e rigoroso. E lo siamo anche noi di Legambiente. Per questo oggi manifestiamo in molte località d'Italia: per fermare il tentativo di svendita dei beni culturali e ambientali del paese; per contrastare quel perverso circolo vizioso creato da Tremonti - con le sue due spa, Patrimonio e Infrastrutture - che vorrebbe finanziare, che so, il ponte sullo Stretto ipotecando o alienando la storia, la natura, i paesaggi italiani. Ma migliaia di persone manifesteranno anche per impedire la trasformazione del golfo di Brindisi in un mega distributore di energia o lo sventramento della Maremma con l'autostrada Livorno Civitavecchia. Ci rimoviamo contro un assalto al paese, che trova nella Patrimonio spa il simbolo più evidente della volontà di questo Governo di mercificare tutto il possibile. Cari Tremonti e Urbani, caro Governo insomma - questo è il messaggio - così non va. A sorpresa Emiliani e Chiarante rovesciano i corni del problema. Sono loro a scriverci sulla prima pagina de l'Unità di ieri: cara Legambiente, così non va. Affermano che scendendo in piazza rompiamo quella linea unitaria che ci ha visto insieme in «numerosi e importanti convegni». Bene, siamo certi che sia poco più di una querelle da bottega sostenere che il dibattito e il seminario rispondano a logiche unitarie, mentre le manifestazioni no. Visto che Berlusconi, Tremonti e Urbani sembrano infischiarsene delle argomentazioni generose e garbate, dei sagaci passaggi legislativi e persino degli ammonimenti del Presidente della Repubblica, per provare a batterli ogni associazione deve mettere in campo tutte le armi che ha a disposizione. È, l'insieme delle manifestazioni odierne sotto lo slogan «l'Italia non è in vendita», un elemento di ricchezza di un percorso comune: bloccare lo smantellamento del concetto di tutela e di valorizzazione dei beni culturali e ambientali così faticosamente (e mai compiutamente) conquistato. Con un vasto cartello di associazioni, dal Wwf a tante altre, abbiamo lavorato insieme e continueremo a farlo. La crescente sensibilità dell'opinione pubblica è anche figlia di questo impegno comune. Quanto a Legambiente, da sempre ci sforziamo di riportare sul territorio i temi di cui si discute a livello nazionale, di farne occasioni di mobilitazione e di pressione sui decisori politici. Vogliamo mettere nel paese più anticorpi possibili contro rischi di svendita o di nuove sanatorie edilizie, spiegare agli italiani cosa sta succedendo, far nascere una resistenza capillare. Con iniziative che non sono feste a inviti: oggi infatti ci saranno sindaci e comitati locali, c'è l'Arci e i social forum, ci sono le sezioni locali di Italia Nostra e del Wwf, tanti comuni cittadini che, come noi, sentono Alba Fucens e la Maremma toscana carne una parte inscindibile e incedibile della loro storia e della loro tradizione. Beni che non possono essere venduti, ceduti in comodato d'uso, noleggiati, trasformati. Non bisogna perdere dunque una sola occasione – come avvertiva Cederna nell'introduzione ai Vandali in Casa del 1956 – questi nuovi vandali vanno combattuti con parzialità e passione e intransigenza, guardandoci bene dall'indulgere, dal giustificare, dal capire le loro ragioni, dallo storicizzare per stanchezza. A furia di andare al fondo dei problemi si dimentica la necessità della lotta immediata...
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