Musei 'privati'. Salta il ticket sulle città d'arte Nuccio Natoli La Nazione 18/12/2002
La Finanziaria non vive di soli condoni. Ieri la battaglia al Senato si è scatenata soprattutto su un emendamento che permette di affidare ai privati «la gestione dei beni culturali e di interesse nazionale». Il cambio di una parola (da «valorizzazione» a «gestione») ha scatenato la reazione dell'opposizione, messa sull'avviso dal senatore dei Verdi, Turoni. Ne è nato un feroce battibecco con il sottosegretario all'economia, Vegas: «Gestione ai privati non vuol dire che i beni vengono rubati». Turroni non si è arreso: «E' un fatto gravissimo. Non solo i musei, ma anche le zone archeologiche, ad esempio il Colosseo, potrebbero passare in gestione ai privati». Il governo, invece, è stato battuto su un emendamento presentato insieme da Lega, Ds e dal gruppo per le autonomie con il quale si aumenta il sovracanone dovuto dai concessionari di derivazioni d'acqua (in pratica l'Enel) ai comuni rivieraschi. Per soli 27 voti è stata poi bocciata la tariffa unica nazionale per la Rc auto. Il senatore di An, Pontone, che aveva l'aveva proposto ha commentato: «Purtroppo avevamo di fronte la lobby più potente d'Italia, quella delle assicurazioni. E' stata persa una battaglia, però la guerra continua». Il governo si è poi opposto all'introduzione di un ticket di 5 euro al giorno per i turisti nelle città d'arte. La scelta del governo è stata contestata dall'Anci (Associazione comuni d'Italia) che vi aveva fatto affidamento di fronte al ridursi dei trasferimenti dello Stato agli enti locali. La decisione, invece, è stata apprezzata dalla Confedilizia. Sarà infine possibile cartolarizzare tutti i crediti vantati dallo Stato, non solo quelli d'imposta e contributivi. Inoltre, la possibilità è estesa a «tutti gli enti pubblici».
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