Respinto il ticket per le città d’arte: i Ds proponevano 5 euro a turista il Giornale 18/12/2002
Il Senato cancella definitivamente la tariffa unica per le Rc auto. In più, l'aula di Palazzo Madama dice no ad un emendamento dell'opposizione che introduceva un ticket di 5 euro al giorno per i turisti nella città d'arte. Una decisione che scatena le proteste del centrosinistra. Con 127 no, 99 sì e 12 astenuti, è stata abolita la tariffa unica per le rc auto riservata agli automobilisti virtuosi. Il sottosegretario all'Economia, Giuseppe Vegas, spiega che altrimenti ci sarebbero stati «aggravi per i contribuenti». Immediata la replica di Franco Pontone di An, che aveva proposto la misura. «È persa una battaglia ma non la guerra. Ho lottato per vari mesi per fare in modo che gli automobilisti italiani virtuosi fossero equiparati in tutta Italia. C'erano tutti i motivi perché questo si potesse verificare, purtroppo la lobby dell'assicurazione ha avuto ragione». Tocca sempre a Vegas spiegare perché non è passato l'emendamento dei Ds per l'introduzione di una tassa fino a 5 euro al giorno a persona per i turisti che visitano le città d'arte. In questo modo, precisa il sottosegretario all'Economia, «sarebbe stato limitato il diritto costituzionale alla libertà di circolazione». Inoltre, «introdurre dei ticket che disincentivino il turismo e che ci pongano a rischio di essere mal visti a livello internazionale mi sembrerebbe altamente pernicioso». Paolo Costa, sindaco di Venezia e vice presidente dell'Anci (Associazione nazionale comuni) contesta queste dichiarazioni. «Sono risibili», dice. Poi aggiunge: «Non si capisce dove venga intaccato il diritto costituzionale alla libertà di circolazione quando si parla di un ticket che riguarda esclusivamente i turisti. Quegli stessi turisti che, è il caso di Venezia, da sempre manifestano piena di- sponibilità ad accettare un modesto costo aggiuntivo, nella consapevolezza che questo servirà a preservare quel patrimonio artistico del quale essi vogliono godere». Intanto, si stempera la polemica tra i rettori delle università italiane e il governo dopo l'incontro di ieri al Senato. Il presidente della Conferenza dei rettori, Piero Tosi, parla di «incontro positivo. I temi che abbiamo sollevato sono stati condivisi da tutti. Abbiamo deciso di impostare un lavoro anche in prospettiva e non solo sull'emergenza; ci saranno altri incontri in cui verranno illustrati i progetti, i programmi, le ambizioni delle università e il loro legame con le istituzioni politiche e la società». Resta ancora da sciogliere però, il nodo sugli aumenti di stipendio anche se è stato approvato un ordine del giorno alla Finanziaria che impegna il governo a trovare una soluzione a questo problema. A questo punto, «chiediamo un investimento nell'università in generale, a fronte di un impegno dell'università a realizzare risultati di qualità». Un altro emendamento della maggioranza stabilisce che lo Stato potrà cartolarizzare tutti i propri crediti. Non solo quelli d'imposta e contributivi. Inoltre, l'aula di Palazzo Madama approva definitivamente la soppressione dell'Inpdai che confluisce nell'Inps. E Vegas difende la concessione ai privati della gestione dei beni culturali. «Gestione mica vuoi dire che li rubano. Se uno conserva un bene e risparmia anche un po' non mi sembra una cosa da buttare via».
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