Ironica Legambiente, a proposito della direttiva Cipe per la Patrimonio S.p.a. [Sesto Potere]
"In quello che potrebbe essere inteso come un tentativo di definire il ruolo della Patrimonio S.p.a., ci sembra invece che il Governo accresca la confusione. A un primo esame della direttiva Cipe, su cui ci riserviamo un'analisi più dettagliata, si torna infatti a riproporre, come solo apparentemente antitetici, i vincoli di tutela e la possibilità di vendere beni di particolare valore storico, artistico, culturale e ambientale. Un elemento che più che fare chiarezza accresce il caos e, soprattutto, non elimina affatto il rischio più volte denunciato di svendita dei nostri gioielli. Se non altro un diverso rischio è venuto meno: quello che il Governo si dimenticasse dell'esistenza del Ministero dell'Ambiente e Tutela del Territorio. Oggi infatti, ci informa il Cipe, qualora si decidesse di alienare un 'paesaggio' o un bene ambientale, si dovrà fare riferimento anche a loro".
È ironico il commento di Roberto della Seta, portavoce nazionale di Legambiente, a proposito della direttiva Cipe per la Patrimonio S.p.a.
Secondo Legambiente, inoltre, è positivo ciò che emergerebbe da questa direttiva: il goffo tentativo di rendere la Patrimonio S.p.a. meno pericolosa (almeno a parole), suonerebbe come esplicito ripensamento sul ruolo della Società dopo le pressioni delle Associazioni ambientaliste.
"Resta comunque da capire cosa voglia dire, - conclude il Portavoce di Legambiente - secondo il Governo, bene di 'particolare valore'? Qual è il bene che non si può definire tale? L'unico modo per chiarire 'il vendibile' è una completa riscrittura del testo di Legge e di una previa definizione dei beni alienabili. Insomma, una vera e propria lista nella quale non dovranno comparire i beni storici, artistici, culturali e ambientali".(SestoPotere) http://www.infomanager.it/notizia.cfm?cod=8499
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