Beni culturali: Corte Conti, difficoltà a cogliere obiettivi ANSA 17/07/2002
Luci e ombre, secondo la Corte dei Conti, sull'attivita' e la gestione del Ministero per i beni e le attivita' culturali datata 2001. ''Difficolta' nel perseguimento degli obiettivi'', dicono i magistrati contabili, che hanno sottolineato l'esistenza di residui per un importo pari a 3.634 miliardi di vecchie lire. La Corte denuncia una ''limitata capacita' di spesa, in presenza di una massa spendibile che ha raggiunto quasi gli 8.700 miliardi'' di lire, che ''si e' tradotta in una lievitazione dei residui totali finali'', con ''un aumento di circa il 5% rispetto al 2000 (3.445 miliardi), anno nel quale si era verificata una diminuzione del 7% rispetto all'anno precedenti''. I magistrati contabili si soffermano sulla congruita' dei ''costi di esazione'' nei musei. ''Il dato a livello nazionale mostra che, su 29,5 milioni di visitatori di musei, monumenti, aree archeologiche e circuiti museali, 15,7 milioni, pari al 53,2%, sono paganti''. Quindi, un visitatore su due entra gratis. E la Corte rileva che le entrate derivano ''dalla vendita di biglietti di ingresso'', pari a 114 miliardi, ''corrispondenti al 59% del totale delle entrate''. Da via Baiamonti si sottolinea che l'istituzione delle soprintendenze regionali e la riorganizzazione del ministero, ai sensi del decreto legislativo 300/1999 e del d.p.r. 441/2000, ''che in futuro potranno produrre effetti positivi, in sede di prima attuazione hanno invece comportato conseguenze di segno negativo''. E ''la lenta attuazione della riforma, che nell'anno 2001 non ha di fatto consentito al ministero di operare in condizioni di normalita', ha inciso negativamente sul perseguimento degli obiettivi''. La Corte entra nel dettaglio, rilevando che ''la sostituzione dell'ufficio centrale B.A.A.A.S. con tre direzioni generali, concretamente avvenuta nel luglio, ha comportato che alcuni servizi hanno dovuto gestire contemporaneamente competenze attribuite a piu' centri di responsabilita' con carenza di mezzi e personale, assegnati definitivamente alle costituite strutture solo dal mese di settembre''. E ''a cio' si deve aggiungere l'impatto sul funzionamento dell'intera struttura prodotto dalla riorganizzazione dell'apparato periferico, che ha definito un nuovo assetto di rapporti fra amministrazione centrale e uffici periferici da una parte e fra organi periferici stessi dall'altra, sui quali ultimi grava peraltro la maggiore consistenza dei compiti operativi''. Per quanto riguarda i dipendenti ministeriali, ''la dotazione organica complessiva delle diverse strutture amministrative prima degli interventi normativi di riorganizzazione era costituita da 24.986 unita' ed e' rimasta sostanzialmente immutata''. Con la nuova organizzazione, ''il numero del personale non dirigente'' e' pari a 24.978 unita', ''e la copertura dei posti in organico risulta pari a 22.561 dipendenti con una vacanza di 2.417 unita' che riduce l'indice percentuale di copertura al 90,3%''. In tema di qualificazione del personale, infine, la Corte denuncia che ''i dipendenti dell'amministrazione in servizio negli istituti d'arte (musei, gallerie, monumenti, siti archeologici) - con una consistenza numerica vicina al 60% del complessivo personale - sono spesso privi di caratteristiche professionali specificamente indirizzate alle mansioni attribuite''. (ANSA). KRQ |