Alla Mostra un fabbricante di cinema Michele Fullin Il Gazzettino 5/3/2004
Marco Muller è il nuovo direttore della Mostra del cinema di Venezia. Niente da fare per Moritz De Hadeln, per la cui conferma si erano mossi in molti, il quale concluderà la sua collaborazione alla fine di aprile. La decisione è arrivata al termine di un lungo e combattuto consiglio di amministrazione della Biennale, il primo della presidenza di Davide Croff. La carne al fuoco era molta: tra i punti all'ordine del giorno figuravano l'approvazione del nuovo Statuto, la nomina del direttore generale, le decisioni strategiche sulle sedi della mostra del Lido, dell'Archivio storico e della stessa istituzione. Non c'è dubbio, tuttavia, che sia stata la designazione del successore di De Hadeln a tenere banco per la maggior parte del tempo. Il presidente Croff ha parlato di "posizioni difformi", di "idee e proposte diverse". «C'è stato molto dibattito - ha confermato Croff al termine del consiglio - sono state valutate da quattro a sei ipotesi con nomi anche stranieri, ma alla fine il consiglio ha deciso su Muller senza neppure il bisogno di votare. Sarà lui il direttore per il prossimo quadriennio, anche se ci sarà una verifica al termine della prima edizione. Non c'è dubbio che la scelta riguarda un professionista indiscusso, un "fabbricante di festival" che ha il metodo e le conoscenze necessarie per tenere alto il nome di Venezia. Una scelta lineare con cui questo ente supera il periodo d'incertezza degli ultimi mesi per dedicarsi alla progettualità di medio periodo. Con De Hadeln, che ringrazio per l'opera svolta, supereremo ogni questione da gentiluomini». All'interno del consiglio, però, la scelta non è stata così lineare. Due consiglieri avevano dato parere inizialmente negativo e per questo alla fine si è arrivati al compromesso della verifica dopo un anno, ma solo dopo che Croff ha messo sul tavolo tutto il suo peso. A questa nomina il presidente della Regione, Giancarlo Galan, non ha del resto fatto mistero di essere stato contrario, così come era contrario alla designazione del direttore generale proposto da Croff, Luciano Carbone. «Quando l'amico Valerio Riva (il suo rappresentante in Cda, ndr) mi ha detto della sua intenzione di candidare Gabriel Garcia Marquez - ha dichiarato sibillino Galan - sono rimasto felicemente sorpreso nella convinzione che quello dei premi Nobel, quale il grande scrittore Marquez, dovrebbe essere il livello cui dovrebbe aspirare la nuova Biennale». Anche dal centrosinistra giungono perplessità. Per il deputato veneziano dei Ds, Andrea Martella, è il sintomo di una difficoltà all'interno del Consiglio dell'ente. «Muller è un professionista preparato - ha dichiarato - ma rimane il giudizio negativo sulla defenestrazione di De Hadeln, fortemente voluta dal ministro Urbani. Non si capisce nemmeno la modalità con cui è avvenuta la nuova nomina, senza votazione, e che cosa stia accadendo alla Biennale di Venezia». Per una valutazione del profilo culturale di Muller, vale anche il commento di un suo predecessore, Felice Laudadio, secondo cui «il ministro Urbani che ha avallato la nomina di Mueller non ha la più lontana idea di che festival possa fare il neo direttore, se guardiamo alle sue precedenti esperienze». A parte le inevitabili polemiche, è chiaro che l'intenzione di Croff è quella di prendere in mano con piglio manageriale l'organizzazione della Mostra affinchè questa possa mantenere o, se possibile, migliorare il suo posizionamento nello scacchiere internazionale. Anche per questo ha deciso di piazzare un suo uomo di fiducia alla direzione generale dell'ente: Luciano Carbone, 47 anni, era infatti direttore del personale alla BNL, e a lui sarà affidato il compito di "capomacchina" (è una sua espressione) di una struttura complessa come la Biennale. «Entro breve tempo - ha continuato Croff - presenteremo un programma di massima della prossima Mostra. Al momento posso solo dire che è intenzione della Biennale valorizzarne sia l'aspetto culturale che quello della spettacolarità, cercando di compenetrare sempre di più la manifestazione con la città di Venezia». Più tranquille sono state le nomine (o meglio, le conferme) dei direttori del settore Architettura (Kurt Forster), Danza (Karole Armitage), Musica (Giorgio Battistelli) e Teatro (Massimo Castri), ma solo per un anno, con riserva di valutazione del loro operato. È stata poi confermata la decisione dello spostamento dell'Archivio storico in terraferma, al Parco scientifico e tecnologico, così come è stata ribadita la volontà di accentare tutto il personale nel palazzo Querini Dubois, dove si trova già la presidenza. E per il nuovo palazzo del cinema sarà indetto un concorso di idee.
|