Il nuovo codice dei Beni culturali in un convegno dei Lions: “Salviamo i centri storici” La Gazzetta del mezzogiorno 19-APR-2004
Nuove regole dal Primo maggio. Dibattito a Trani.
Dal 1° maggio cambiano le regole e, per la tutela dei centri storici si prospetta una situazione diversa. La Puglia disseminata di borghi antichi, scrigni che racchiudono le nostre radici culturali e potenziali turistici ed economici notevoli, si è confrontata ieri sera nel corso di una manifestazione del Distretto Lions 108/AB Apulia.
Punto d'osservazione privilegiato la sala conferenze del castello svevo di Trani, perfettamente restaurato, e inserito in un contesto di borgo antico valorizzato e vitale. Ma nel percorso di riflessione, voluto dal governatore distrettuale avv. Giuseppe Vinelli, sono emersi fra luci ed ombre elementi che dovranno guidare le amministrazioni comunali nei prossimi passi con la nuova legislazione. «Il nuovo codice dei beni culturali arriva dopo anni di leggi tampone che, a volte, hanno respinto lo sviluppo programmato senza favorire la tutela dei centri storici - ha evidenziato Gianmarco Iacobitti, Sovrintendente beni architettonici e paesaggio. Bisogna uscire dal filone dell'emergenza e mirare ad un regolamento edilizio benfatto, verificato dalla Sovrintendenza in fase di pianificazione. E poi applicato, e controllato, dalle amministrazioni locali».
Molto più prudente e meno ottimista, invece, il parere espresso dal prof. Enrico Guidoni, docente di Storia delle Città alla III Università di Roma. «Il nuovo codice apre pochi spiragli ai centri storici, e guarda solo a parti di particolare pregio o interesse pubblico - ha detto Guidoni. A questo punto si può almeno cercare di ritardare la loro distruzione, e i sindaci possono fare molto».
Un confronto vivace fra posizioni differenti che, senz'altro, non è caduto nel vuoto dato che oltre ai soci Lions di 29 Club pugliesi erano presenti numerosi amministratori pubblici fra i quali il sindaco di Corate Luigi Perrone ed il vice sindaco di Trani Mauro Scagliarmi. Gli interventi del prof. Dino Borri, direttore del Dipartimento di architettura ed urbanistica del Politecnico di Bari, e del docente Michele Capozza, hanno messo a fuoco la situazione di Moffetta (con il suo centro storico devastato da crolli di un patrimonio pubblico troppo esteso ed ingestibile), evidenziando la necessità di non valutare solo gli interventi architettonici. Un no fermo, insomma, all'approccio che non tenga conto dell'intero contesto storico sociale per il quale il punto di partenza devono essere le fonti per lo studio dei centri storici, sulle quali il dott. Giuseppe Ribenedetto (direttore dell'Archivio di Stato) ha proposto un'ampia panoramica illustrando secoli di documenti custoditi con cura e, ora, utilissimi nella valorizzazione dei centri storici.
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