Non far sapere quanto verde serve Antonio Noto TERRA NEWS 1 FEBBRAIO 2010
L’ ambiente non ha la spazio che merita. Nell’agenda della politica ma anche in quella dei media, dove un’attenzione distratta ed episodica assegna all’argomento margini di trattazione asfittici e codificati: l’acuto delle emergenze, accanto a poche altre occasioni rituali, quasi espiatorie, di visibilità. Anche trascurando l’oggettiva serietà e concretezza delle questioni in discussione - che da sole imporrebbero una diversa focalizzazione dei problemi - va registrata l’esistenza di una ragione ulteriore a sostegno dell’approfondimento delle tematiche ambientali: l’esistenza di una significativa e articolata domanda di informazioni da parte dei cittadini. Quella dell’ambiente, nelle sue numerose declinazioni, è una materia che agli italiani interessa. Scorrendo le indagini condotte dal nostro istituto negli ultimi mesi, appare chiaro come vi sia un diffuso desiderio di conoscenza e una richiesta di approfondimento che non trova riscontro nell’offerta informativa a disposizione del grande pubblico. Si tratta di una domanda rilevante, tanto per la sua consistenza quantitativa che per la stabilità e continuità della presenza. Oggi, come sei mesi fa, più di 6 italiani su 10, senza distinzioni di appartenenza politica, lamentano lo scarsa attenzione riservata da televisione e giornali alle tematiche “verdi”. Questa richiesta di informazioni si accompagna a una percezione piuttosto chiara della posta in gioco, e non in termini puramente concettuali. I cittadini sono sempre più preoccupati delle ricadute immediate di politiche che trascurino, o peggio, rechino danno all’ambiente e al patrimonio naturale del nostro Paese. La denuncia dei Verdi sull’emergenza smog e sulle sue implicazioni, anche di carattere sanitario, trova ad esempio concordi 7 italiani su 10. La quota di chi valuta come eccessivamente allarmistiche le critiche invece si riduce in misura progressiva, fino a toccare in questi giorni la soglia di 2 intervistati su 10. Accanto alla valutazione negativa del sistema dei media, gli italiani esprimono una chiara insoddisfazione verso le soluzioni proposte dall’attuale panorama dei partiti. è particolarmente diffusa la sensazione di un generale scadimento delle tematiche verdi a semplice elemento di contorno, di “abbellimento” dell’offerta politica generale. Dalle indagini emerge un corpo di istanze, figure e sensibilità in cerca di rappresentanza e, anche tra chi non metterebbe a disposizione il proprio voto, è pacifica la convinzione che solo un movimento autenticamente verde ed ecologista possa farsene interprete. Un elemento significativo di questa tendenza è la sua correlazione con il dato anagrafico. Chi si dimostra più sensibile ai temi ambientali è sempre più spesso giovane, appartenente alla fascia di età che va dai 18 ai 34 anni, evidentemente più attrezzato anche a livello cognitivo per ricavare da canali alternativi a quelli tradizionali le informazioni che cerca. In questo circuito virtuoso, che in qualche modo si autoalimenta, è forse possibile scorgere motivi di ottimismo per il futuro: è lecito cioè immaginare che dalle generazioni più giovani emerga una maggiore sensibilità verso questi argomenti. Resta tuttavia intatto il problema dell’oggi, delle scarse occasioni di informazione offerte a chi, poco incline all’utilizzo dei nuovi media, deve quotidianamente confrontarsi con l’opacità opposta dai canali tradizionali. Nei prossimi mesi sarà su questo terreno, sulla risposta a queste attese, che il movimento misurerà il successo della propria iniziativa
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