«Io, studentessa a scuola di restauro disoccupata prima del diploma» 07 FEBBRAIO 2010, CORRIERE DELLA SERA
La protesta contro la legge di riordino. «Penalizzati anche gli artigiani» Francesca, 21 anni: il ministero cancella le Accademie
Tagliata fuori dalla professione a un anno dal diploma? Francesca Cigoli si ribella. Ha 21 anni, da tre frequenta un’accademia d’arte. Con un unico obiettivo: diventare restauratrice. «Credo che non sarei in grado di fare altro», spiega con semplicità. Papà emamma, operaio lui, bancaria lei, l’hanno sempre sostenuta nella scelta «perché sono cresciuta con i pastelli colorati». Disegnava prima ancora di imparare a camminare.
Dice Francesca, intervenuta ieri al convegno al Pirellone, come portavoce della sua scuola (l’Accademia di Belle Arti «Aldo Galli» di Como), che «restaurare è una passione, non semplicemente un lavoro. Se ci alziamo alle sei del mattino per andare in cantiere, al freddo d’inverno, al caldo d’estate, in equilibrio sulle impalcature per ore e ore, è con la consapevolezza di fare qualcosa che piace, di tornare a casa felici».
Il sogno di restaurare affreschi, stucchi, opere lignee si è infranto di fronte al decreto del Ministero per i Beni culturali, emanato a distanza di otto anni dalla legge di riordino. Tanto era atteso, tanto ha gelato le aspettative: «Parlo per chi, come me, non potendo accedere agli Istituti individuati dal Ministero per l’alta formazione (tre in tutto), frequenta un’Accademia di Belle Arti — continua Francesca —. La legge istituisce una prova d’esame abilitante. Lo puoi fare una sola volta nella tua carriera. Se non lo passi sei fuori. E lo puoi fare solo se eri diplomato nel 2006. Come dire che tanti come me, tutti quelli che stanno studiando in Lombardia, sono fuori». L’aspirante restauratrice pensa anche a chi il diploma l’ha già in tasca e ai tanti artigiani che da anni restaurano affreschi, stucchi, opere lignee, tele, tavole. «Ce n’è anche per loro nel decreto. Tanti non potranno iscriversi all’albo, perché non potranno certificare i lavori fatti».
La curiosità per il restauro e la passione sono nate quando Francesca frequentava il liceo artistico: «Un pomeriggio passando davanti alla Villa Reale, mi sono fermata ad osservare dei restauratori. E’ diventato un tarlo...mi sono informata dove poter imparare quel lavoro, ho deciso che era il mio, meraviglioso. Ma l’Istituto di Roma e l’Accademia di Firenze, che il decreto ministeriale abilita a formare restauratori, sono a numero chiuso, praticamente inaccessibili.
Quindi mi sono iscritta all’«Aldo Galli», accademia con indirizzo restauro. Non siamo tanti e si lavora molto bene, si fa molta pratica, anche in laboratori esterni, ville, palazzi privati, dove si trovano affreschi e un patrimonio culturale sconosciuto ai più».
Non s’arrende Francesca Cigoli. «Il decreto è come una falce, che rischia di mietere un’intera categoria di artigiani.
Prima le cose erano confuse, una legge che mettesse chiarezza era necessaria. Ma il decreto partorito sembra fatto ad hoc per favorire una piccola lobby di vecchi restauratori. Senza pensare che anche loro, un domani, dovranno essere sostituiti».
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