GENOVA prov. - Arrivano la Gronda e il Terzo valico, i comitati contestano Alessandra Fava il manifesto 9 febbraio 2010, p. 15
GENOVA Ieri la firma per la bretella autrostradale contestata e il tunnel ferroviario. All'esterno la protesta dei cittadini
Arrivano la Gronda e il Terzo valico, i comitati contestano
Alessandra Fava GENOVA GENOVA «Una passerella elettorale», «politici che danno soldi a imprenditori collusi con la mafia», «una rovina per il nostro territorio»: tre frasi, tre concetti che hanno mosso decine di genovesi a manifestare contro la firma per la cosiddetta Gronda una bretella autostradale a ponente, e il via all'iter per la realizzazione (chissà quando) del Terzo valico, mega infrastruttura da oltre 5 miliardi e mezzo di euro che non ha ancora un progetto esecutivo. Le firme sono state poste dai ministri ai trasporti Altero Matteoli e Claudio Scajola allo sviluppo economico e dagli amministratori locali (Provincia, Comune, Autorità portuale) con Anas e Ferrovie, ieri a Sampierdarena. A contestare la firma e la realizzazione di «opere che non servono a niente», come gridano al megafono, sono arrivate decine di abitanti della Valpolcevera, del ponente genovese, del coordinamento dei comitati contro la Gronda (che raccoglie da solo 15 realtà), i No-Tav, i No terzo valico e diversi ambientalisti. Muniti di volantini, striscioni, megafoni, hanno prima ostacolato l'arrivo dei politici in auto blu e poi hanno bloccato per un'ora la circolazione in un nodo viario cruciale, quello prima del ponte di Cornigliano. «La Gronda non risolve il traffico, non porta turismo, e allora perché la vogliono fare? - dice Paolo Putti del coordinamento dei comitati anti-Gronda - In più c'è la presenza comprovata di amianto nelle montagne dell'alta Valpolcevera, dicono che lo tratteranno con un mirabolante tubo chiuso che da Bolzaneto arriverà a Cornigliano per buttare l'amianto a mare. Saremo noi e i nostri figli a respirarlo e ci ammaleremo». Il sindaco Marta Vincenzi intanto dentro ricorda che la Gronda è stata al centro di un dibattito pubblico e l'ultimo tracciato avrebbe ridotto notevolmente l'impatto. Scajola dice che così il porto di Genova esce dall'isolamento e si collega con Rotterdam. E il presidente regionale Burlando chiede anche un tunnel a Levante e perciò alla fine non firma. Fuori C'è Antonio Bruno, consigliere comunale del Prc, che ricorda come «l'unica cosa positiva è che firmano per il nodo ferroviario genovese che permetterà l'uso della ferrovia come metropolitana, una cosa che aspettiamo da 15 anni. Per il resto siamo contro il Terzo valico e contro la Gronda». Tra i volantini uno fa due conti: il Terzo valico ha già avuto 44 «inaugurazioni», sono stati spesi almeno 300 milioni per i primi assaggi mentre Genova aspetta dal dopoguerra la costruzione di una strada a mare che permetta ai 5 mila tir quotidiani di entrare e uscire dal porto senza passare in mezzo alle case. Alla manifestazione ci sono anche diversi piemontesi dell'Alessandrino e i genovesi della Valle Scrivia. «Secondo loro il porto di Genova espanderà l'attività in modo esponenziale e invece i container stanno diminuendo - ragiona Franco Casagrande - ma se negli Usa le merci viaggiano a 40 km all'ora come si fa a pensare di farle andare a 200 all'ora? È un pretesto futile. Tra Genova e Alessandria ci sono già 5 valichi. Quanto al Terzo valico, è il fratello minore della Torino-Lione, opere che divorano chilometri cubi di un territorio già abbastanza devastato». Dall'ovadese, Val Lemme, arriva Claudio: «È facile venire a Genova protetti dai poliziotti. Li aspettiamo a Lemme, ad Arquata e Serravalle dove i paesi saranno divisi in due dal Terzo valico con gravi ripercussioni agli acquedotti. Quando arriveranno dalle nostre parti non passeranno». Si prevede infatti che i lavori ripartano da due punti d'assaggio, a Fraconalto e Voltaggio, cantieri che furono sequestrati nel 2004 per gravi irregolarità grazie a un'inchiesta della procura di Genova che ipotizzava anche la truffa aggravata, ma venne poi archiviata. |