«Il design a Venezia? Milano perderebbe 7 miliardi» Maurizio Giannattasio 09 FEBBRAIO 2010 CORRIERE DELLA SERA - MILANO
Oltre 7 mila imprese resterebbero penalizzate dall’eventuale nascita di un «polo delle creatività» nella città dei dogi . Fabio Novembre: proposta assurda Sangalli: un’eccellenza che deve restare qui. Il ministro Bondi: il progetto della Biennale in lagu
Il ministro dei Beni cultura-li, Sandro Bondi conferma. Il progetto di istituire la Biennale di Design a Venezia è sul suo tavolo: «È un’ipotesi allo studio». Ma, subito dopo, arriva l’invito alla prudenza: «Lo valuteremo con la massima attenzione».
La polemica sale. «Cercheremo di bloccare con tutte le nostre forze questo tentativo di scippo» aveva detto l’altro giorno l’assessore al Design, Giovanni Terzi. «Una follia, senza senso e senza ragione» aveva sottolineato il presidente del Cosmit, Carlo Guglielmi. Ma adesso, sul piatto, arrivano anche i conti e le cifre. Quanto costerebbe a Milano e la Lombardia la creazione di una Biennale ad hoc in laguna? I conti li hanno fatti la Camera di Commercio di Milano e quella di Monza e Brianza. «Se nascesse un altro polo espositivo di carattere internazionale del design come a Venezia - scrive il Centro Studi camerale -, ad esempio con una nuova Biennale, la possibile perdita economica per il territorio delle tre eccellenze lombarde (Milano, Brianza monzese e comasca) potrebbe superare i 7,5 miliardi di euro in termini di valore del brand».
Sette miliardi e mezzo su un totale di quasi 89 miliardi di euro, tra indotto economico e ritorno di immagine internazionale. Basti pensare che le imprese che lavorano nella filiera del design e del legno-arredo di Milano, Monza e Brianza e Como sono più di 7.000. Un buon motivo, secondo il presidente della Camera di Commercio di Milano, Carlo Sangalli, per osteggiare l’istituzione della Biennale a Venezia: «Il design per Milano e la Lombardia rappresenta un elemento d'eccellenza nazionale ed internazionale, un elemento di attrattività sul quale occorre investire con una logica di sistema, per rafforzare la competitività delle nostre imprese e del nostro territorio». Un modo gentile per dire che la concorrenza veneziana non farebbe altro che indebolire il sistema del design italiano.
Sulla stessa scia anche il presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza, Carlo Edoardo Valli: «Il design e tutte le iniziative ad esso collegate possiedono un valore che non si esaurisce nel mero indotto economico stretto ma diventano anche il simbolo di come Milano, la Brianza e la Lombardia si posizionino con un ruolo centrale a livello globale per capacità di innovazione, di modernità e quindi di competitività». Ma Valli non si ferma qui. Rilancia. Non solo l’appuntamento annuale del Salone del Mobile, ma «settimane del design» sul modello delle «settimane delle moda». «Si può pensare - conclude Valli - a un calendario annuale, così come fa ad esempio la Moda, di iniziative, eventi e progetti di ricerca e investimenti in innovazione di carattere internazionale».
Ma il semaforo rosso arriva anche dai designer che lavorano a Milano. Come Fabio Novembre. «Continuiamo a farci del male - attacca l’artista - Mi sembra una proposta assurda che serve solo a depotenziare il design. È un problema di vasi comunicanti: se togliamo qualità e quantità a Milano per darla a Venezia, dimezziamo tutto. Due metà così non servono a nessuno, meglio tenersi l’intero. È esattamente la stessa situazione che ha subito Venezia con il festival del cinema di Roma. Venezia già soffriva a causa di Cannes. Con Roma c’è stato il colpo finale. Ma c’è tutto il tempo per ravvedersi».
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